Piano rifiuti, per il M5s «è scaduto prima dell’ok» Angelini: «Legato all’emergenza, che in Sicilia non c’è»

Cresce la confusione intorno alla gestione dei rifiuti in SiciliaOltre agli inceneritori spacciati per termovalorizzatori, c’è anche la questione del Piano dei rifiuti dell’Isola, che non si capisce se sia scaduto o mai adottato. Per il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars, il Piano rifiuti della Sicilia è «scaduto prima ancora di essere approvato, e, quindi, già da cestinare». «È uno dei mille paradossi – dice il presidente della commissione Ambiente del’Ars, il grillino Giampiero Trizzino – di una Regione che lavora poco, male e quando lo fa riesce a farlo pure fuori tempo. Ma forse questo non è casuale, come, del resto, nulla è casuale in Sicilia. Basti pensare alla centrale di biomasse di Enna, alla proposta di costruire termovalorizzatori, alla finta emergenza rifiuti al vaglio del governo Renzi e via discorrendo».

Secondo i grillini il nuovo piano, il terzo in 25 anni, che dovrebbe gestire l’intero ciclo dei rifiuti è scaduto il 31 dicembre scorso. «Ma in assessorato – aggiunge Trizzino – è tutt’ora in corso la procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas), che in realtà andava fatta prima dell’approvazione del Piano. Anzi, proprio la mancanza della Vas, insieme all’enorme superficialità con la quale sono stati portati avanti i lavori, ha determinato l’allungamento dei tempi di approvazione, che sono andati ben oltre quelli previsti». Della Vas, anzi, alla Regione si sono completamente dimenticati prima dell’invio al ministero per l’approvazione, cosa che ha fatto tornare il progetto al mittente e costretto i tecnici a rimettersi al lavoro fino a oggi, a termini, però, già chiusi.

«Dal 1989 ad oggi – racconta Trizzino – sono tre i Piani redatti, e i cittadini attendono ancora di vedere il minimo risultato. Le uniche cose che questi Piani hanno prodotto sono faldoni in Procura e alla Corte dei Conti: si vedano, ad esempio, le indagini sui termovalorizzatori (i quattro impianti previsti in Sicilia e bloccati dalla magistratura europea, ndr) e sulle assunzioni anomale dei soggetti che hanno gestito gli ambiti territoriali». «Intanto – dice sempre il presidente della commissione Ambiente dell’Ars – i cittadini vengono presi in giro con le vecchie storie degli inceneritori, spacciati come indispensabili per risolvere emergenze che in realtà spesso sono create ad hoc. Noi, comunque, guardiamo avanti. Abbiamo già chiesto al presidente della Regione, Rosario Crocetta, un incontro nel quale proporremo che i principi contenuti nella nostra mozione che punta sui rifiuti zero vengano trasfusi nella nuova programmazione».

Sull’argomento abbiamo chiesto qualche delucidazione ad Aurelio Angelini, docente all’università di Palermo di materie legate alla tutela dell’ambiente, considerato uno dei massimi esperti in Sicilia in materia di raccolta e trattamento dei rifiuti. «In giro c’è un po’ di confusione – dice il professore -. In realtà, il Piano regionale dei rifiuti non è scaduto. Il problema è diverso. Il Piano regionale dei rifiuti della Sicilia del 2012 è legato all’emergenza. Ed è superato perché in Sicilia non c’è alcuna emergenza in materia di rifiuti. Nella nostra Isola manca invece il Piano di gestione dei rifiuti. Per la precisione, siamo l’unica Regione europea a non avere ancora adottato il Piano di gestione dei rifiuti. Da questo Piano che non c’è discendono tutte le scelte tecniche, amministrative ed economiche».

«Il Piano del 2012, lo ribadisco – aggiunge Angelini – è di emergenza. E serve per le emergenze, non per gestire i rifiuti in condizioni normali. Tra l’altro, si tratta di un Piano mai entrato in vigore perché, tra le altre cose, manca la Vas». Ricordiamo ad Angelini che un mezzo testo di Valutazione ambientale strategica è stato inviato dagli uffici della Regione al ministero dell’Ambiente. «È vero – risponde il docente universitario -. Ma il ministero ha imposto una serie di prescrizioni. Sono state rispettate?». Detto questo, Angelini precisa: «In questa storia ci sono altri aspetti poco chiari, se non paradossali. Chi è che può emanare un Piano dei rifiuti in emergenza? Ci vuole il commissario per l’emergenza rifiuti. Ma il commissario per l’emergenza rifiuti non c’è, perché Roma, giustamente, non ha certificato in Sicilia la presenza di un’emergenza rifiuti. Quindi sono finiti in un cul-de-sac».


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