Per mancanza del numero legale il voto sul Paes è rinviato a questo pomeriggio. Il Programma - che dà accesso a un pacchetto di finanziamenti per l'ammodernamento energetico - deve essere votato entro il 26 giugno. Manca poco tempo, ma la delibera è arrivata in aula a distanza di due anni dalla proposta dell'Europa
Piano energia sostenibile, i consiglieri non ci sono Restano solo dieci giorni per non perdere fondi Ue
Manca il numero legale dei consiglieri al momento della votazione del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile nell’aula consiliare di palazzo degli Elefanti. A lasciare gli scranni, al momento del voto, è una buona fetta del centrodestra. «Da questo momento in poi non faremo più ostruzionismo sulle delibere importanti ma ci limiteremo a lasciare queste sedute. Se la maggioranza ha i numeri necessari per votare, lo faccia», annuncia il capogruppo di Area Popolare Manlio Messina. E il numero dei consiglieri presenti non basta a votare la delibera. Il voto sul Paes, Piano di Azione per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile, ritenuto dall’amministrazione comunale «un documento fondamentale da sottoscrivere», è rinviato alla seduta consiliare odierna, per la quale la giunta vorrebbe evitare ulteriori sorprese.
A presentare il Paes è l’assessore ai Lavori Pubblici Luigi Bosco. «Il documento è un impegno che non possiamo mancare perché permette di attivare importanti iniziative sul risparmio energetico tramite l’accesso a un pacchetto di fondi erogati dall’Unione europea. Il programma prevede la riduzione delle emissioni di anidride carbonica per il 20 per cento entro il 2020». L’anno di riferimento per la stima dei valori di CO2 emesse da ogni città è il 2011 e «diamo merito anche alla precedente amministrazione che aveva operato già alcune scelte in questa direzione, come ad esempio l’idea di creare il Brt dell’Azienda Metropolitana Trasporti etnea», conclude il titolare ai Lavori Pubblici.
Il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile è un protocollo di cui l’amministrazione cittadina ha dichiarato volersi dotare dopo l’adesione al Patto dei Sindaci, quest’ultima avvenuta nel 2013. A proporre il Paes era stata l’Ue nel 2013. Di lì a poco il Comune di Catania avrebbe dovuto registrare il documento, presentarlo all’Ue e creare un ufficio preposto, pena l’esclusione dai finanziamenti. Ma «le lentezze burocratiche non hanno permesso di rispettare il cronoprogramma che si conclude il 26 giugno, giorno ultimo per presentare l’istanza di adesione all’Ue», attacca il consigliere del partito Democratico Niccolò Notarbartolo.
«Il Paes è un documento strategico per lo sviluppo futuro della città di Catania e – continua Notarbartolo – mi auguro che non venga considerato dall’amministrazione solo un grimaldello che apre le porte a grossi finanziamenti». Il consigliere del Pd e presidente della commissione permanente ai Lavori pubblici precisa: «Purtroppo siamo stati in enorme ritardo sui tempi dell’iter e adesso per registrare il Piano dovremo sottrarre risorse al bilancio comunale. E’ assurdo che siano dovuti passare due anni prima che la delibera arrivasse in aula. Cose di questo tipo dovrebbero essere evitate». I tempi per l’amministrazione comunale «adesso sono davvero stretti perché ci sono meno di dieci giorni per approvare la delibera e inviare la documentazione all’Ue, e circa sessanta per creare l’ufficio preposto al Paes», conclude Notarbartolo.