Pezzi i puppu

Se volessimo soffermarci sulla scelta di rimandare i lavori parlamentari su questo tema, potremmo ipotizzare che il centro-sinistra abbia preferito non discutere di una questione così delicata in un momento così delicato. Si sa: il Natale, come l’Agosto, è sacrosanto; e allora ne riparliamo a gennaio, quando felici e ingrassati, avremo il tempo e la forza di parlare degli omosessuali. Ma questa ipotesi potrebbe risultare eccessivamente faziosa, o per meglio dire, acuta. E allora preferiamo parlare di una scelta dettata da circostanze varie e dal buon senso. E infatti meglio discuterne ad inizio anno, quando la macchina governativa sarà ripartita. E dell’attualità, rimarrà soltanto l’isterismo di qualche politico del centro-destra, Casini primo fra tutti; e la famosa, celeberrima ingerenza dal Vaticano.

 

Per comprendere i forti contrasti che dividono le due parti, quelli pro e quelli contro la soluzione Pacs, andrebbe fatta un’analisi totale della società italiana, senza trascurare poi un’introspezione nella mente umana. Ma come il più semplice degli analisti ci suggerirebbe, ci potremmo limitare ad analizzare la situazione locale, di Catania per esempio, per cercare di dedurre regole generali, che, come lo stesso termine ci suggerisce, possano essere valide per il resto del territorio italiano.

E’ difficile, se non impossibile, ricordare date o nomi per tutte le vicende che hanno visto protagonisti, quasi sempre vittime, omosessuali nel contesto catanese.

 

Se si considera infatti che un uomo dall’atteggiamento “non-scimmiesco” è considerato gay, allora la nostra analisi subisce un forte colpo quando cerca di individuare i moti psico-sociali di chi dice: “chiddu ie puppu”.

Cerchiamo allora di partire dal prototipo di uomo, per comprendere poi cosa è “non-uomo”. L’uso del dialetto siciliano è fondamentale; come si dice, se non conosci le lingue non sei nessuno. Puoi anche usare l’italiano, ma la costruzione sintattica e la pronuncia di alcuni fonemi deve essere riconducibile al ceppo liotresco. L’abbigliamento è un altro aspetto cruciale: anche se negli ultimi tempi, causa celebre trasmissione televisiva, lo stile è diventato più ambiguo e davvero “Mary’s friendly”, scegliete voi quale Maria. In ogni caso non deve mai mancare il braccialetto o l’anello della Cresima.

Ultimo fattore, impossibile da trascurare, è il comportamento: l’uomo tipo ha una camminata regolare, con schiena incurvata, gambe semipiegate e uno strano ondeggiare, tipico degli orangotango. Geneticamente vicino ed affezionato al suo primate, l’uomo siciliano annusa e annuisce al suo simile, lo intrattiene su argomenti tra i più disparati (calcio, fica e cuneo fiscale). In contesti in cui è presente una donna, il nostro caro prototipo deve risultare il più spocchioso e possibilmente il più dotato; rutti e peti sono ammessi, anzi incoraggiati.

 

Quindi, adesso è facile intuire che il pezzo di puppo è quello che parla l’italiano, si veste in rosa e segue la pallavolo. Se sei amico di una donna sei puppo, e lo sei anche se abbracci un po’ troppo spesso il tuo migliore amico. Se sei di sinistra, sei puppo e lo sei anche se vai alla scalinata Alessi. Se non ti piace Massimo Boldi sei puppo, e se ami Almodòvar… beh lasciamo stare!

E’ curioso notare come tra i giovani catanesi, l’insulto più diffuso è “coglione”, ma in seconda posizione troviamo il nostro amato “puppo”.  Un sociologo direbbe: questo denota una forte tendenza a credere che chi non è forte e deciso, è considerato un soggetto da emarginare.

 

Ci fermiamo e scopriamo che dedurre regole generali da questa analisi potrebbe risultare deviante, e si sa le “deviazioni” non sempre sono apprezzate. Ed allora ci limiteremo ad augurare Buon Natale al Governo, nella speranza che nessun “pezz’ i puppu” muoia durante le vacanze, lasciando il compagno senza un tetto: sarebbe disdicevole ritrovarsi un senzatetto omosessuale al pranzo di Natale di qualche associazione cattolica.

Giorgio Pennisi

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