Pesca, la Libia sempre più aggressiva

Pescare nelle acque che la Libia considera proprie (in buona parte sarebbero acque internazionali: ma tant’è) è diventato estremamente pericoloso. Questo perché la situazione politica, in quello che fu il Paese di Gheddafi si è deteriorata. A prendere piede sono gruppi estremisti e delinquenziali

Il tema è stato affrontato ieri nel corso di un incontro che si è svolto presso il Ministero degli Affari Esteri del nostro Paese. Erano presenti, tra gli altri, il direttore generale per la Promozione del Sistema Paese, Andrea Meloni, il capo dipartimento per le politiche competitive della qualità agroalimentare e della pesca marittima, Giuseppe Serino, i rappresentanti delle principali associazioni di categoria e del Distretto di Mazara del Vallo, i dirigenti dei Ministeri della Difesa e degli Interni ed il Console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis. La Regione Sicilia era rappresentata dal Sami Ben Abdelaali, del gabinetto dell’assessorato alle Risorse agricole e alimentari con incarico alla cooperazione con i Paesi del mediterraneo.

Dice Giovanni Basciano, responsabile dell’Agci Pesca in Sicilia: “Nel corso della riunione ci è stato chiesto di allertare tutte le nostre unità e di informare gli armatori sulla necessità di elevare il livello di guardia. Le autorità militari hanno tenuto a ribadire la loro difficoltà ad intervenire in maniera puntuale e decisa, stante l’attuale quadro giuridico”.

“Da parte nostra – aggiunge Basciano – abbiamo fatto presente quanto la mancata soluzione di questo problema di confini contesi incida pesantemente sulla nostra economia ittica e di come risulti fondamentale tenere aperte tutte le strade di dialogo intraprese e assecondare ogni possibile cooperazione, al fine di permettere accordi che diano ai nostri armatori opportunità di lavorare e produrre reddito in quelle aree di pesca in cui operavano in precedenza”.

 


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