Pesca, in Sicilia decide la Regione

Solita premessa: siamo contrari alla pesca del novellame. Cioè della pesca della “neonata”. E’ una pesca che danneggia gli equilibri ecologici.

Detto questo, non è tollerabile che, sulla pesca, la Sicilia debba prendere ordini da Roma o, peggio, da Bruxelles.

Il Governo regionale di Rosario Crocetta ha stabilito che questo tipo di pesca si può praticare, per 40 giorni, nel tratto di mare compreso tra San Vito Lo Capo e Siracusa. Lo ha fatto perché le Marinerie siciliane sono alla fame a causa delle politiche dissennate e banditesche dell’Unione Europea. 

Lo ripetiamo: noi non siamo favorevoli alla pesca del novellame. Però non siamo nemmeno favorevoli – questo non ci stancheremo mai di ribadirlo – al disinteresse che un’Unione Europea sempre più screditata mostra verso le Marinerie siciliane. Ed è assolutamente intollerabile che Roma e Bruxelles mettano i becco nel mondo della pesca della nostra Isola.

Bruxelles, fino ad oggi, in materia di pesca nei nostri mari, ha solo introdotto divieti, fingendo di non sapere che, nel Mediterraneo, si affacciano anche Paesi che (per loro fortuna) non hanno a che fare con l’Unione Europea. Il risultato di queste politiche demenziali è che le Marinerie europee che si affacciano nel Mediterraneo non possono praticare certe tipologie di pesca che altri Paesi non europei – che si affacciano anch’essi nel Mediterraneo – praticano invece ordinariamente.

Si potrebbe pensare che i burocrati dell’Unione Europea (peraltro superpagati, molto più pagati dei già ben pagati alti burocrati della Regione siciliana) non conoscano la realtà del Mediterraneo. Cosa vera solo in parte. Perché c’è il dubbio che ‘sta manfrina sia fatta apposta per favorire i commercianti di pesce che poi importano il pesce pescato in altri Paesi del Mediterraneo nel nostro Paese.

Nei giorni scorsi, è noto, il Governo regionale ha autorizzato, come già accennato, la pesca della “neonata” per 40 giorni. Il Governo nazionale, forte del solito regolamento comunitario sbagliato, avrebbe voluto bloccarlo. Ora, però, il presidente, Rosario Crocetta, e l’assessore al ramo, Dario Cartabellotta, si sono accorti di quello che il nostro giornale ha scritto la scorsa settimana: e cioè che la Regione, in materia di pesca, ha potestà esclusiva. E che, di conseguenza, il Governo Monti si può attaccare al tram. E si attaccano al tram anche i burocrati (superpagati) di Bruxelles.

La pesca del novellame non c’entra nulla. E’ importante far vale un principio: e il Governo Crocetta lo sta facendo valere: sulla pesca decide la Sicilia e non Roma. E, soprattutto, non decide Bruxelles.

In ogni caso, se a Roma dovessero fare ancora storie, ricordiamo al presidente della Regione che, oltre all’articolo 14 dello Statuto, c’è anche l’articolo 31 che riconosce al presidente della Regione i poteri di polizia…

 

 

 

 

 


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