Personaggi intrepidi, momenti da brivido, scenari avventurosi, non è di certo quello che una persona può aspettarsi dalla società in cui vive o dalla normale routine che ci aspetta ogni giorno al nostro risveglio e nemmeno quello che ci si aspetta dalle persone che ci circondano; tutto questo invece è possibile nel mondo fantastico di Tex Willer, il famoso ranger dei fumetti.
Tex Willer da ben 400 e oltre numeri ci entusiasma, da quando, il 30 settembre 1948, uscì la prima striscia ” Il totem misterioso”.
Il mitico ranger che ci appassiona ogni mese nelle edicole, fece nel dopoguerra la sua comparsa grazie a Gianluigi Bonelli, l’ideatore, e alla matita di Aurelio Galleppini, proprio nel periodo in cui rifiorirono le testate a fumetti. In quegli anni, in Italia non si sapeva quasi nulla del fumetto e solo pochi, piccoli editori di quell’epoca potevano permettersi di rischiare e buttarsi nel mercato del fumetto. Coinvolto sempre in inseguimenti e agguati, sparatorie e lunghe cavalcate negli sterminati territori del West;
Tex Willer nasce come baluardo della giustizia, e da fuorilegge diventa ranger con lo scopo di portare l’ordine in territori selvaggi. Bonelli riesce a rendere indimenticabili le sue pagine mostrando la maturità e la saggezza politica del suo personaggio di fronte alle mille vicissitudini e problemi che coinvolgono l’assolato West e le popolazioni indiane alle quali Tex è affezionatissimo: egli stesso, infatti, è capo degli indiani Navajo, con il nome di Aquila della Notte. Il motto che accompagna le strisce a fumetti di Tex nel dopoguerra è: ” L’albo più ricco al prezzo più povero”, ma nel 1958 avviene un cambiamento decisivo perchè Tex dalla striscia illustrata assume il cosiddetto “formato bonelliano”, per diventare da quel momento in poi il classico, popolare Tex.
Nelle sue avventure Tex Willer è affiancato dai suoi pards Kit Carson, l’indiano Tiger Jack e il figlio Kit (nato dal suo matrimonio con Lilyth, figlia del capo dei Navajo), che non lo abbandoneranno mai durante la sua vita tra le migliaia di pagine a fumetti. Nel corso della sua storia Tex Willer ha suscitato sempre motivo di discussione per il suo modo di fare e su di lui è stato scritto più di qualsiasi altro fumetto italiano. Ci si è chiesto in diversi saggi quante fossero le vittime del famoso ranger e addirittura quale fosse la fede politica del nostro Tex, ma la sua epica è sempre stata senza storia e senza stato e per questo è riuscito a distinguersi negli anni.
Inoltre il modo di rappresentare le scene nei disegni e i dialoghi lineari ed immediati, hanno distinto Tex dai classici cow – boy americani; egli rimane sempre per Gianluigi Bonelli un italiano inserito negli scenari americani, che rimane però attaccato alle tradizioni dell’Italia contadina, quella delle colazioni fugaci proprio come avviene nelle sue avventure. A volte riusciamo a sognare con la fantasia, altre volte ci danno emozioni i grandi film d’autore, ma la genuina fantasia che fa vivere il fumetto è sempre ricordata dai grandi e dai piccoli cultori di questo mondo fantastico
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