Perché è giusto che con i Brenni della UE tratti un Governo Pd-Pdl (con il Fiscal Compact)

di Economicus

In queste ore, nel ‘Palazzi’ della politica romana, si cerca di formare un Governo. A fronteggiarsi ci sono tre schieramenti: il centrosinistra di Bersani, il centrodestra di Berlusconi e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Le ultime novità sono due, più la solita solfa del Pd.

Prima novità: Berlusconi, leader del centrodestra, vorrebbe fare un Governo con il Pd di Bersani. Gli sta bene che quest’ultimo vada a Palazzo Chigi. In cambio vuole la vice presidenza del Consiglio dei Ministri per Angelino Alfano e la Presidenza della Repubblica.

Solita solfa Pd: Bersani non ne vuole sapere di fare un Governo con Berlusconi. Dice – e non ha torto – che gli elettori del Pd non capirebbero e non condividerebbero l’alleanza con il Cavaliere. Ma, soprattutto, Bersani, dopo essersi preso la presidenza della Camera dei deputati e del Senato, vorrebbe, contemporaneamente, la guida del Governo e la Presidenza della Repubblica. Da buon ex Pci il potere lo vuole tutto.

Seconda novità: Grillo avrebbe ceduto. Avrebbe detto che accetterebbe di appoggiare un Governo non politico. Ovviamente con il centrosinistra.

A nostro avviso, il leader del Movimento 5 Stelle, se appoggerà un Governo, anche di ‘tecnici’, commetterà un errore. Certo, la sua posizione intransigente – no all’accordo con il Pd – gli sta facendo perdere consensi perché ha tutta la stampa contro. Ma andare al Governo con il Pd farà crollare definitivamente il suo Movimento. Che è, poi, l’obiettivo della vecchia politica, Pd e Pdl in testa.

Rispetto ai temi veri, che non sono quelli della politica interna, ma della politica imposta dall’Unione Europea all’Italia, Pd e Pdl non sono alternativi. Al contrario, sono sulla stessa barca.

Il nostro giornale torna sempre sul Fiscal Compact, il trattato internazionale firmato dal Governo Monti nella primavera dello scorso anno. L’Italia si è impegnata a versare nelle ‘casse’ dell’Unione Europea 50 miliardi all’anno per i prossimi vent’anni. Una follia.

Il nostro Paese – altra follia – sempre su richiesta della massoneria finanziaria che governa l’Europa, ha modificato pure la propria Costituzione, introducendo il pareggio di bilancio: principio che è la negazione del pensiero keynesiano.

Dal Governo italiano che si insedierà, l’Europa finto-Unita si aspetta una nuova ondata di tasse, oltre all’Imu e alla Tares. In pratica, il pagamento del ‘primo acconto’ del Fiscal Compact.

Con la gestione tirannica di Unione Europea da parte di Commissione Europea, Bce e Fmi non c’è da scherzare. Lo abbiamo visto a Cipro. Dove le banche sono state bloccate per dieci giorni per consentire il prelievo forzoso di somme ingenti dai depositi bancari (prelievi dal 30 al 40 per cento sui depositi superiori ai 100 mila euro).

Il ‘caso Cipro’ è anche un messaggio all’Italia. E’ quello che ci aspetta se il Governo che si insedierà non scaricherà sulle famiglie e sulle imprese italiane un’altra paurosa ondata di tasse. Di fatto, anche se nessuno ha il coraggio di gridarlo, siamo ‘prigionieri politici’ di un’Unione Europea che non ha nulla a che vedere con l’europeismo dei popoli degli anni ’50 e ’60 del secolo passato.

A governare questa finta Unione Europea sono organismi e personaggi che non hanno alle spalle un mandato popolare. I fascismi europei del cosiddetto “Secolo breve” avevano alle spalle, piaccia o no, il consenso popolare. L’Unione Europea di oggi opera con il fondamentalismo di una teocrazia, calpestando il consenso popolare. Tant’è vero che i trattati internazionali vengono approvati dai Parlamenti, ma non dai popoli. Popoli che, quando vengono chiamati ad esprimersi, votano contro questi trattati e contro l’Unione Europea.

Per ora i nuovi tiranni della finanza hanno avuto pazienza. Con il ‘caso Cipro’ ci hanno fatto capire, però, che dobbiamo ‘darci una mossa’.

L’idea che l’Italia abbia un debito pubblico di 2 mila miliardi di euro, mentre i suoi abitanti – cioè noi – vanno avanti con conti correnti accettabili e abitazioni di proprietà non piace ai nuovi Brenni dell’Unione Europea.

Come il capo dei Galli con i Romani, i massoni della finanza europea hanno ‘pesato’ gli italiani, forse anche con bilance truccate. Grazie alla dabbenaggine della classe politica italiana della seconda metà degli anni ’90 (che poi guardando le facce, sono, per lo più, gli stessi personaggi del Pd e del Pdl di oggi), ci siamo fatti ‘incaprettare’ con l’euro.

Ora, ‘giustamente’, al pari di Brenno, con la scusa che debbono “tenere in conti a posto”, i ‘capi’ della finanza ‘banditesca’ della UE pretendono i nostri soldi e i nostri beni immobili.

Andare a governare con un Partito – il Pd – che ha firmato il Fiscal Compact, con riferimento ai grillini, come già detto, è un errore. E’ più giusto che al Governo vadano insieme i Partiti che hanno voluto questo demenziale trattato internazionale: Pd e Pdl (ci sarebbe anche l’Udc di Casini, ma è ormai scomparsa).

Si dirà: Grillo, appoggiando un Governo di ‘tecnici’, potrebbe imporre l’agenda politica. Per quanto? Per poco tempo. Perché i Brenni della UE vogliono pagato il conto.

L’alternativa sarebbe l’uscita dell’Italia dall’euro. Ma questa prospettiva non crediamo possa interessare al Pd.

Lo ripetiamo: il Fiscal Compact l’hanno approvato Pd e Pdl. E sono queste due forze politiche che debbono metterlo in atto.

 


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