Il Sindaco c’è, ed è Leoluca Orlando. Proclamato un giorno dopo le elezioni. Ed è anche logico: la sua, più che un’elezione, è stato un plebiscito. Da oggi si sono insediati pure gli eletti nelle otto Circoscrizioni della città di Palermo. All’appello mancano i 50 consiglieri comunali. Come mai?
Come avvenuto negli anni passati, alle elezioni per gli ‘inquilini di Palazzo delle Aquile, la sede del Consiglio comunale di Palermo, si registra un po’ – anzi molta – confusione.
In parte la confusione è quasi fisiologica. C’erano oltre venti liste con 50 candidati per ogni lista. E c’è un’oggettiva difficoltà nel gestire queste elezioni.
Il nostro giornale, sette giorni dopo il voto, ha annunciato un po’ di confusione – forse troppa confusione – nella lettura delle schede. Anche in questo caso un po’ di confusione ci sta perché – ricordiamolo – queste elezioni comunali sono state contrassegnate dal passaggio dall’indicazione implicita del Sindaco all’indicazione esplicita dello stesso candidato Sindaco.
Detto in parole più semplici, mentre con il vecchio sistema elettorale il Sindaco veniva eletto con il ‘trascinamento’ delle liste (al candidato a sindaco di un certo schieramento politico andavano i voti delle liste collegate al suo nome, anche se l’elettore non lo aveva indicato votandolo), con la nuova legge elettorale, approvata dall’Assemblea regionale siciliana lo scorso anno, l’elettore deve indicare esplicitamente il voto al Sindaco.
Questo passaggio ha comportato – con molta probabilità – qualche difficoltà di lettura delle schede votate, dal momento che la scheda per il Sindaco e per il Consiglio comunale è unica.
Il nostro giornale, subito dopo le elezioni, ha ipotizzato problemi in circa 50 mila schede dove risultava votato il Sindaco, mentre non risultano votati i consiglieri comunali. Di per sé questo non sarebbe stano, perché è possibile che i gli elettori abbiano votato solo il Sindado, non esprimendo alcun voto per il Consiglio comunale.
Ma, anche alla luce della confusione registrata nei verbali, non è da escludere – e questa sarebbe una possibile tesi emersa in questi giorni – che potrebbero non essere stati considerati i voti per il Consiglio comunale espressi solo per le liste. In altre parole, ci potrebbero essere schede con il regolare voto per il Sindaco e con l’espressione del voto solo per la lista, senza l’indicazione del candidato. In questo caso, andava dato il voto alla lista.
Insomma: gli accertamenti sulle schede potrebbero dare luogo a qualche sorpresa.
Non bisogna dimenticare, infatti, che ci sono liste – due, in particolare – che non hanno raggiunto il 5 per cento soglia di sbarramento) per un pugno di voti. Si tratta della lista della Federazione della sinistra e la lista del Movimento 5 Stelle. Se un’eventuale ‘rilettura’ delle schede dovesse assegnare voti a tutte le liste, voti non assegnati in prima battuta, le probabilità che queste due liste raggiungano o superino il 5 per cento sarebbero non sarebbero poche.
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