Il segretario del partito di catania si cimenta in una vera e propria 'tagliatina di faccia' per cardinale, che le marmellate le ha sempre mangiare di nascosto, senza essere visto da nessuno. . .
PD: Totò da Mussomeli promosso Cuoco & Corifeo di Renzi in Sicilia
IL SEGRETARIO DEL PARTITO DI CATANIA SI CIMENTA IN UNA VERA E PROPRIA ‘TAGLIATINA DI FACCIA’ PER CARDINALE, CHE LE MARMELLATE LE HA SEMPRE MANGIARE DI NASCOSTO, SENZA ESSERE VISTO DA NESSUNO…
Da gregario dell’ex Ministro, Calogero Mannino, nella grande Dc siciliana, a leader dei renziani siciliani, passando per il Ministero delle ‘Grandi operazioni’, pardon, delle telecomunicazioni! Alla fine, per Totò da Mussomeli, al secolo Salvatore Cardinale, si dovrebbe trattare di un ritorno alle origini, visto che Matteo Renzi non ha nulla a che spartire con la sinistra e molto a che vedere con la destra della Democrazia cristiana.
(a destra, una foto di Salvatore Cardinale tratta fa notizie.virgilio.it)
Certo, le differenze ci sono: in Sicilia, bene o male, la Dc aveva un blando rapporto con il mondo cattolico, mentre in Toscana – la Regione di Renzi – la Massoneria primeggia sostituisce i preti. Però Totò da Mussomeli – sotto il profilo della genetica-politica – è piuttosto ‘plastico’: si adatta a tutto: dal Ccd all’Udeur di Cossiga, dalla Margherita al PD di Renzi. Dove c’è posto lui si siede.
All’Ars ha fondato un’associazione di illusi-disperati: deputati che appoggiano il Governo Crocetta in cambio di. Il baratto, di alto e di basso lignaggio, del resto, è sempre stato uno dei sui argomenti preferiti.
Le cronache seminascoste – e semiserie – della politica siciliana danno, oggi, Totò da Mussomeli in ‘bilico’ tra gli interessi elettorali (e non solo elettorali) di Beppe Lumia, grande studioso di ‘fenomenologia degli appalti siculi, e Davide Faraone, il ‘Corifeo’ di Renzi in Sicilia. Con le ‘amicizie’ che Beppe vanta (o millanta?) nella Giustizia Totò sembra una Padreterno. Sembra dia anche le ‘assoluzioni’ ai politici truffaldi’.
Così almeno sembra a tutti noi. Perché Enzo Napoli, enogastronomo-politico e Segretario provinciale del Partito Democratico di Catania, dà una nuova interpretazione del ruolo di Totò da Mussomeli.
Scrive Napoli: La presenza costante di Salvatore Cardinale e soprattutto la convergenza delle posizioni con il rappresentante dellEsecutivo nazionale del PD, Davide Faraone, nelle discussioni sul rinnovo della Giunta e sulle candidature europee fa sorgere spontanea la domanda se lex ministro sia il vero capo della corrente dei renziani in Sicilia.
E’ una battuta o Totò si è messo di nuovo a sgomitare, come quando, nel 1987, soffiò il posto in lista alle elezioni nazionali – naturalmente nella Dc, naturalmente in Sicilia – a un esponente delle Acli? Mistero!
Apprendiamo da indiscrezioni giornalistiche – prosegue impietoso Napoli – che il confronto allinterno del PD deve tener conto sempre meno degli interlocutori che siedono, almeno formalmente, negli organismi di Partito e sempre più di quelli che prendono posto ai tavoli dei ristoranti.
La battuta riguarda le cene che vedrebbero ripetutamente protagonisti il presidente della Regione, Rosario Crocetta, Lumia, il ‘Corifero’ di Renzi in Sicilia, Faraone e lo stesso Totò da Mussomeli. Cosa mangiano e cosa bevono i quattro non si sa: ma si sa che, a tavola, Totò da Mussomeli fa miracoli: a tavola, infatti – con una ‘botta’ di castrato alla brace – riuscì a convincere Franco Marini a candidare sua figlia diventata parlamentare nazionale per grazia ricevuta.
Sempre a tavola, a giudicare da quello che racconta Napoli, sarebbe diventato l’uomo delle candidatura del PD siciliano alle europee. Sua la sponsorizzazione di Lumia alle elezioni per l’europarlamento. Ma questa volta il castrato non sembra abbia funzionato, perché il senatore avrebbe non poche difficoltà a prendere il primo volo per Strasburgo. Era arrostito male o che altro?
Risulta abbastanza chiaro, adesso – conclude Napoli – quale sia la vera area moderata del Partito in Sicilia. Ci auguriamo solo che, gli invitati alla cena del Presidente siano riusciti a parlare di quella svolta che tutti auspichiamo e – conclude – non si siano limitati a fare solo bassa cucina.
Insomma, gli anni del castrato alla brace cotto come Dio comanda sono lontani. Totò da Mussomeli, oggi, sembra ridotto a minestrine in brodo…