Patto per Catania, spesa continua a restare ferma al palo «Il 4% dei lavori conclusi. Per un terzo c’è solo fattibilità»

Gli orti sociali e la pista ciclabile a Librino, interventi in poco più di una quindicina di scuole e la metà di quelli previsti nelle strade della città nell’ambito del programma Cta Mover. Totale: 27 cantieri conclusi per 15,4 milioni di euro. Ammonta a tanto la spesa già liquidata per il Patto per Catania, il tesoretto destinato dal governo nazionale al territorio etneo nella primavera di quattro anni fa. Guardando alla torta nella sua interezza si tratta di una fettina di dimensioni modeste: appena il quattro per cento dei quasi 385 milioni di euro a disposizione per la realizzazione di infrastrutture, larga parte dei quali finanziati con le risorse del fondo di sviluppo e coesione 2014-2020. 

I dati, aggiornati al 16 luglio, sono stati raccolti in un report dall’Ance, l’associazione nazionale costruttori edili, e testimoniano le lentezze con cui finora si è riusciti a mettere a frutto le risorse che avrebbero dovuto rilanciare la Sicilia. Era il 30 aprile 2016, quando nel suggestivo scenario della Valle dei Templi, Matteo Renzi e Rosario Crocetta firmarono sotto l’obiettivo dei fotografi il patto tra Roma e l’isola. Da allora i vertici politici sono cambiati: a Palermo siede Nello Musumeci che, già l’anno scorso, aveva polemizzato con l’ex premier per il tipo di eredità ricevuta dal precedente governo: tantissimi soldi ma per progetti che in molti casi erano fermi sulla carta, lontano dallo stadio che consente l’avvio dei cantieri. 

Affermazioni, quelle dell’attuale presidente della Regione, che trovano conferma nel caso catanese. A suo modo esemplificativo per il resto della Sicilia. Dal report di Ance si evince come quasi un terzo dell’importo a disposizione del Comune – circa 125 milioni – sia stato impegnato per progetti ancora fermi allo studio di fattibilità. Ovvero l’iter che, prima di portare all’affidamento dei lavori, dovrà essere seguito dal progetto definitivo ed esecutivo, entrambi da aggiudicare tramite una gara d’appalto. Il 15,8 per cento – quasi 61 milioni di euro – dell’importo complessivo riguarda invece opere che hanno già concluso la progettazione e per i quali si potrebbe indire il bando per la scelta di chi dovrà eseguire i lavori. 

Le percentuali calano drasticamente, oltre che per le opere già concluse, anche per quelle in corso di esecuzione. Stando ai dati pubblicati da Ance, che a sua volta ha attinto dalla sezione amministrazione trasparente del sito istituzionale del Comune, sono solo cinque i cantieri dove i lavori sono in corso. Per un valore complessivo di circa 5,6 milioni di euro, cioè appena l’1,5 per cento del totale. A proposito di trasparenza, per circa 385 milioni di euro concessi per la realizzazione di infrastrutture (14,3 per cento) non è stato possibile trovare documenti ufficiali sul portale di Palazzo degli elefanti.

«La condizione attuale delle opere pubbliche in Sicilia, e in particolare nella provincia di Catania, ha generato in Ance Catania la necessità di voler approfondire e conoscere più dettagliatamente lo stato di fatto di tutti gli interventi – dichiara a MeridioNews il presidente Giuseppe Piana – Nell’ambito delle attività svolta in seno al tavolo Catania Sicura, unitamente agli ordini professionali tecnici della città, sono stati avviati una serie di incontri con l’assessore Parisi e l’ingegnere Finocchiaro della direzione Politiche comunitarie, finalizzati a favorire un’accelerazione su interventi i cui i livelli di progettazione sono ancora bloccati al documento preliminare di progettazione, supportando e promuovendo lo strumento del concorso di progettazione». A riguardo qualche decisione è stata già presa. «Gli interventi prossimi per i quali si procederà con il concorso di progettazione sono i lavori di riqualificazione del PalaNesima, per 9,9 milioni, la messa in sicurezza da via Messina a piazza Giovanni XXIII più le opere connesse (11,4 milioni) e le reti della mobilità dolce per la sostenibilità urbana (8,2 milioni)». 

Piana anche guarda più in là, a ciò che deve essere ancora fatto. «Ance Catania ha più volte sollecitato un incontro con i Rup per verificare il carico e lo stato delle procedure di cui il soggetto attuatore è il Comune di Catania – continua -. Complessivamente le somme ancora da impegnare, a valere su i fondi Fsc, sono circa 149 mln di euro, pari a 34 interventi. Comprendono anche gli interventi per i quali è avviato l’iter del concorso di progettazione e altri già pronti per essere mandati in gara riguardanti la messa in sicurezza di edifici scolastici e asili nido. La somma è stata epurata – conclude il presidente dell’associazione costruttori – dagli importi per gli interventi commissariati per un valore di 148,8 milioni di euro. Tra questi rientrano la riqualificazione e sistemazione del torrente Forcile e suoi affluenti (28,8 milioni) e l’impianto di depurazione in infrazione comunitaria (120 mln)».


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