Erano alla ricerca di reperti, fose monete. Nello scorso fine settimana all'interno dell'area destinata agli scavi archeologici sono arrivati i cacciatori di tesori. Armati di metal-detector hanno in parte rovinato i muri, appena tornati alla luce, di un accampamento risalente all'Età del bronzo. Guarda le foto
Paternò, villaggio preistorico alla collina san Marco «Tra i danni dei tombaroli e le mucche al pascolo»
Gli scavi archeologici avviati circa dieci giorni fa nella zona delle Salinelle, sulla collina di San Marco, hanno permesso di «riscoprire» le terme romane, in parte portate alla luce già nel 1998. Ma hanno anche portato alla luce i resti di un villaggio preistorico risalente all’Età del bronzo. E neanche il tempo di finire di togliere la terra che già, nel corso del fine settimana appena trascorso, sono entrati in azione i tombaroli. Che hanno messo a rischio il lavoro dei 130 studenti che, da quasi due settimane, lavorano assieme agli archeologici in un progetto realizzato in collaborazione con la soprintendenza ai Beni culturali.
L’area in cui sono stati trovati le terme e il villaggio preistorico ricade in un terreno privato di proprietà della famiglia D’Amore, che li ha donati in comodato d’uso gratuito e ha accolto l’invito dell’associazione SiciliAntica, sottoscrivendo un’intesa col presidente della sezione Giovani Giuseppe Barbagiovanni. La famiglia D’Amore ha ceduto il terreno, in comodato d’uso gratuito, proprio al presidente Barbagiovanni con l’obiettivo che venissero effettuate le ricerche dei resti archeologici. Per due settimane a eseguire gli scavi sono state le terze classi dell’istituto tecnico economico Gioacchino Russo. I ragazzi fanno parte di un progetto che vede la collaborazione di SiciliAntica, sovrintendenza ai Beni culturali e Ite di Paternò. Per le prossime due o tre settimane, invece, a lavoro ci saranno soci volontari di SiciliAntica, tutto a titolo gratuito.
Accanto agli scavi delle terme romane i giovani archeologi hanno portato alla luce anche i resti di un villaggio preistorico, le mura di quello che fu un insediamento risalente all’Età del bronzo: «Abbiamo tirato fuori materiale di epoca castellucciana – precisa Michela Ursino della sovrintendenza – Nella zona qui intorno, in base ai nostri studi si trovava una necropoli». Sono stati trovati pezzi di vasi ma anche resti ossei che saranno esaminati più avanti. «L’area è fortemente compromessa dall’azione dei tombaroli – prosegue Ursino – Purtroppo è una battaglia impari quella che combattiamo». Infatti nel corso dell’ultimo fine settimana, con il cantiere chiuso e senza però una adeguata tutela dal parte delle forze dell’ordine, i tombaroli hanno fatto il loro ingresso dentro lo scavo che riguarda il villaggio preistorico. I ladri oltre ad aver danneggiato l’intera infrastruttura hanno scavato alla ricerca di oggetti di valore, probabilmente monete.
I malviventi, dotati con ogni probabilità di metal-detector, non è detto che abbiano trovato e portato via qualcosa di prezioso: «Fino adesso come archeologi non abbiamo trovato qualcosa di veramente di valore. Non sappiamo se i ladri abbiamo scoperto potando via oggetti che invece lo erano – afferma Barbagiovanni – A deturpare ulteriormente i reperti la presenza in zona di mucche che hanno pascolato dentro l’area degli scavi, danneggiandola. Un fatto che sta a dimostrare la crescente inciviltà». Eppure nei giorni scorsi i carabinieri della compagnia di Paternò avevano effettuato un sopralluogo nella zona: non si sa tuttavia se i militari dell’arma abbiano attivato un adeguato sistema di protezione.
Il sindaco Mauro Mangano, nel frattempo, è andato sul posto: «Eravamo a conoscenza che in quest’area era presente un insediamento preistorico oltre alle terme romane — sostiene — ci piacerebbe creare un apparato didattico, in modo tale che i visitatori possano apprezzare la storia di questa zona: tutto in stretta collaborazione con l’associazione e la sovrintendenza». Un’attenzione nei confronti degli scavi che permetterebbe anche di combattere attivamente chi cerca tesori tra i reperti. «Per combatterli — prosegue il primo cittadino Mangano – è indispensabile vivere questi luoghi, perché l’inizio del degrado è l’abbandono. La tutela passa dall’accessibilità, troveremo una soluzione insieme ai privati».