Decine di genitori si sono presentati ieri mattina davanti ai cancelli di via Libertà del circolo didattico Giovanni XXIII. Un bambino della scuola materna ha contratto l'infezione, che si cura con una pomata, ed è rimasto a casa. Ma tra le mamme si è diffuso l'allarmismo. E le classi dell'istituto sono quasi vuote
Paternò, un caso di scabbia alla materna «Panico e classi vuote senza alcun motivo»
«Non è il caso di creare dell’allarmismo. Non si deve sottovalutare la questione ma neanche farsi prendere dal panico e non mandare a scuola i propri figli». A parlare Antonella Rapisarda, dottoressa dell’Asp di Catania, che è intervenuta ieri mattina in una scuola di via Libertà. Dopo che si era diffusa la notizia di un caso di scabbia all’interno di una classe della materna del secondo circolo didattico Giovanni XXIII. Un caso che ha interessato un bimbo di cinque anni che frequenta la scuola. Il piccolo sarebbe stato contagiato a casa dal fratellino più piccolo.
L’alunno della materna è assente da giorni e si trova a casa per essere curato. Ma la voce si è sparsa in fretta tra i genitori: a decine si sono presentanti ieri mattina davanti ai cancelli dell’istituto, manifestando ad alta voce la propria preoccupazione alla responsabile del plesso, Mara Signorello. Alla fine, molti bambini sono stati riportati a casa e quattro classi della materna e una delle elementari erano quasi del tutto vuote. Rapisarda, nel frattempo, ha effettuato un accurato sopralluogo dei locali e ha visitato i pochi bimbi presenti che avevano avuto contatti con il piccolo studente malato.
«Il bambino è già in cura. Si tratta di un’infezione che si cura con pillole e una pomata. Gli altri bambini sono tutti sani, non ne facciamo un caso – dice la dottoressa – La sorveglianza è la migliore soluzione». Dal canto suo, la dirigente Signorello aggiunge: «Siamo venuti a sapere del caso solo mercoledì e ci siamo immediatamente attivati chiamando l’Asp». I casi di contagio sono stati esclusi ed è stata fatta una pulizia straordinaria di tutti i locali. «Molti genitori, presi dal panico, non hanno portato i propri figli a scuola. Ma non c’è nessun motivo fondato per tenerli a casa. Tutto sotto controllo, nessun pericolo».