Si risvegliano i vulcanetti recentemente dichiarati geosito di interesse nazionale, con fuoriuscita di acqua fangosa a una temperatura di circa 37 gradi. Frattanto il deputato Ars Nello Musumeci chiede salvaguardia e bonifica del sito. «Per la fruizione da parte di visitatori e studiosi», dice. Guarda le foto
Paternò, si è aperta una nuova bocca alle Salinelle Larga quattro metri, attiva da quando l’Etna erutta
Si risvegliano a Paternò i vulcanetti delle Salinelle, proprio in coincidenza con l’attività stromboliana dell’Etna, in corso da lunedì sera dal nuovo cratere di sud-est. E proprio lunedì nel Paternese si è aperta una nuova bocca con un diametro di quasi quattro metri, costantemente attiva da allora. Anche le altre bocche che si sono aperte a gennaio 2016 in prossimità di una abitazione di via Salso, sono particolarmente effervescenti. Da un controllo della temperatura fatto sabato da alcuni geologi del posto sarebbe emerso che l’acqua fangosa che fuoriesce dai vulcanetti aveva una temperatura di circa 37 gradi. Tra i due fenomeni – il risveglio delle Salinelle con conseguente insolita temperatura elevata e l’attività stromboliana del vulcano – potrebbe esserci un collegamento, ma si tratta solo di ipotesi. L’unica certezza che sussiste è quella che i gas che alimentano le Salinelle si troverebbero a un profondità di oltre dieci chilometri. Mentre la camera magmatica da cui trae forza ed energia l’attività stromboliana si troverebbe più vicina alla superficie.
Sul fronte della mancata valorizzazione del sito delle Salinelle, intanto, è intervenuto il deputato regionale nonché presidente della commissione antimafia Nello Musumeci. Il quale con una interrogazione parlamentare alla presidenza della Regione e agli assessorati competenti al Territorio e all’ambiente, ai Beni culturali e al Turismo ha chiesto un intervento da Palermo «per la bonifica e la salvaguardia dell’area vulcanologica delle Salinelle, ricadente nei territori dei Comuni di Paternò e Belpasso, per la sua valorizzazione scientifica e per rendere il sito luogo idoneo e sicuro ai fini della fruizione da parte di visitatori e studiosi». Le Salinelle sono state riconosciute ufficialmente come geosito di tipo Vulcanologico e geochimico e recentemente l’area ha avuto l’investitura internazionale di geosito di interesse mondiale.
«Nel gennaio 2016 – si legge nell’interrogazione – il governo Crocetta ha annunciato di voler inserire nella programmazione regionale il progetto di valorizzazione turistica delle Salinelle e la realizzazione di altre opere, d’intesa con i Comuni interessati e la Sovrintendenza ai Beni culturali di Catania». Ma nonostante l’importanza scientifica e turistica delle Salinelle, «sono in uno stato di abbandono totale. Cumuli di immondizia si trovano sparsi su tutto il territorio interessato – continua il deputato regionale – mentre nessun intervento risulta essere stato realizzato dalla Regione, malgrado gli impegni verbali assunti dal governo regionale, per valorizzare il sito e permetterne una normale fruizione, in totale sicurezza, anche agli appassionati di turismo naturalistico».
Sulla questione ha replicato l’assessore comunale alle Attività produttive Agostino Borzì: «Ritengo che il presidente Musumeci non sia stato adeguatamente informato – attacca Borzì – ma il nostro Comune ha lavorato per la bonifica dell’area delle Salinelle, eliminando le discariche, rendendo la zona accessibile ai visitatori e garantendo la sicurezza del sito con un sistema di videosorveglianza». Borzì aggiunge di essere in attesa di notizie dalla Regione su un progetto di valorizzazione dell’area non ancora finanziato.
Frattanto prosegue, con minore intensità, l’attività eruttiva sull’Etna. Attorno alla bocca collocata nella sella tra il nuovo cratere di sud-est e quello vecchio si sta formando un nuovo cono, le cui dimensioni si accrescono con il procedere dell’attività. Il trabocco lavico scaturito si è lentamente allargato alla base del cono e incanalato nella depressione esistente tra il monte Frumento Supino e i crateri del 2002. All’attività stromboliana si associa una debole emissione di cenere che viene rapidamente dispersa dai venti in direzione dei quadranti orientali. L’ampiezza media del tremore vulcanico, pur mostrando una modesta tendenza al decremento, permane su valori elevati.