Paternò, si annuncia campagna elettorale infuocata Partiti tradizionali in crisi, spaccature per i candidati

È una campagna elettorale infuocata quella in corso a Paternò. Le imminenti elezioni amministrative hanno provocato delle fratture, a quanto sembra insanabili, all’interno dei partiti tradizionali. Il Partito democratico è spezzato in tre anime, ognuna delle quali ha il suo candidato a sindaco: l’ala per così dire ufficiale dovrebbe sostenere, con tanto di simbolo, il primo cittadino uscente Mauro Mangano. Tuttavia, altre frange democratiche appoggiano Nino Naso e con lui ci sono pure consiglieri comunali uscenti legati all’assessore regionale Anthony Barbagallo e al consigliere etneo Alessandro Porto. Stessa situazione per il candidato di Anthony Distefano, tra le cui file ha consiglieri uscenti e uomini legati ai deputati Luca Sammartino e Concetta Raia di area Cgil. A tal proposito il capogruppo consiliare del Pd e vicepresidente del consiglio, Nino Calabrò (fedelissimo di Mangano), ha scritto alla segretaria provinciale del partito retta da Enzo Napoli, chiedendo che «il segretario del locale circolo Pd, Filippo Sambataro, si dimetta dalla carica finora ricoperta, avendo appreso la notizia che lo stesso sarà candidato in una lista civica (legata la candidato sindaco Nino Naso) che non ha alcun collegamento con il Pd».

La replica di Filippo Sambataro non si è fatta attendere. Per lui la richiesta di Calabrò «non ha senso perché non vi è ancora ufficializzazione del Pd per le prossime amministrative. Il vicepresidente del Consiglio tenta di difendere il sin­daco Mangano che ha frammentato il partito e l’intera sinistra. Io provo a difendere qualcosa che sta più in alto». Divisioni anche all’interno di Fratelli d’Italia dove il coordinatore comunale Francesco Ciancitto (favorevole a un appoggio a Distefano) è entrato in contrasto con Ignazio La Russa il quale ha puntato su Naso. «Quello di Anthony Distefano è un progetto che mi ha convinto al di là dei colori politici – ha detto Ciancitto, il quale si è poi dimesso da coordinatore del movimento – Gli altri programmi mi sembra abbiano un passo indietro, statico, lo stesso di quello che in questi cinque anni ha dimostrato il sindaco uscente. Naso, infatti, fa fare mille passi indietro a questa città. Rimango fedele al mio partito – prosegue – di cui non ho condiviso il progetto e per questo ho sposato quello del candidato Distefano, con la lista Libera Paternò». 

Intanto, si vanno a definire le liste che andranno ad accompagnare, in attesa dell’ufficializzazione, i candidati sindaci. Mangano avrebbe due liste (Pd e Avanti semplicemente), Distefano sarebbe sostenuto da sette liste (Anthony Distefano Sindaco, Rialzati Paternò, Forza Italia, Paternò 2.0, Nuovi Orizzonti, Libera Paternò e Patto popolare); sette anche per Naso (Nino Naso Sindaco, Presenti sempre, Paternò On, Paternò civica, Movimento animalisti, Uniti per Paternò, Fratelli di Paternò). Una sola lista per Nino Lombardo (Lombardo Sindaco) e per Salvo La Delfa (Movimento 5 stelle). Nel frattempo, per spegnere sul nascere qualsiasi accostamento con questo o con quell’altro candidato alla poltrona di primo cittadino, le associazioni per la protezione animale e ambientale Il mio amico, Upa e Cuccioli dell’Etna hanno comunicato che non sono «schierate politicamente con nessuna lista o partito in quanto il lavoro di volontariato, per definizione e per missione, esula dagli schieramenti politici – e ancora, si legge in una nota – Il contributo professionale ci sarà col massimo impegno ed entusiasmo a qualunque sarà la futura amministrazione del Comune di Paternò». 

Nel frattempo, sono iniziate le operazioni controllo da parte di carabinieri e polizia municipale sul rispetto delle regole in tema di esposizione di cartelloni elettorali. Nei giorni scorsi c’è stato al comando dei vigili urbani una riunione con tutti i candidati sindaco per ricordare le norme che si devono rispettare nella campagna elettorale: fino al 15 maggio si possono utilizzare per i messaggi politici solo gli spazi deputati alla pubblicità commerciale. Manifesti vari possono essere esposti solo in eventuali comitati elettorali. Questi comitati non possono coincidere con locali adibiti ad altro uso, come attività commerciali o abitazioni. E il primo controllo ha riguardato piazza Indipendenza, la parte bassa di via Vittorio Emanuele, piazza Regina Margherita e la parte alta di via Nicolosi. Sono state cinque le anomalie riscontrate dai vigili in tema di esposizione di manifesti e gli agenti hanno invitato le persone interessate a rimuovere la cartellonistica. Da ieri, però, comincia il periodo di tolleranza zero: coloro che non si saranno adeguati alle regole riceveranno una multa da 422 euro.


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