Cittadini e artisti si sono incontrati in via Canonico Renna, dove sorge l'edificio - abbandonato da 20 anni - al quale sono stati apposti i sigilli. «Ci siamo attivati affinché l’intera città faccia suo un problema che si trascina da troppo tempo», racconta Sante Chinnici, dell'associazione San Biagio. Guarda le foto
Paternò, sequestrato l’ex palazzo Esa Un evento per chiedere l’abbattimento
Oltre 700 firme raccolte in meno di cinque ore per chiedere l’abbattimento da parte della Regione Sicilia dell’ex immobile Esa in via Canonico Renna. Struttura da oltre 20 anni abbandonata a se stessa e posta sotto sequestro dopo la richiesta avanzata dal Comune poche settimane fa. Nella mattinata di ieri l’associazione culturale San Biagio, in stretta collaborazione con gli enti che compongono il comitato civico Paternò c’è, hanno dato via alla manifestazione Il quartiere si anima. L’iniziativa, oltre alla raccolta firme, ha coinvolto anche i migliori writer locali con l’obiettivo di abbellire il muro fatiscente dell’edificio con una serie di teloni dipinti dai ragazzi. Alcuni lenzuoli sono stati dipinti anche dalle mani delle centinaia di bambini del secondo circolo didattico Giovanni XXIII.
«Ci siamo attivati affinché non solo il quartiere, ma l’intera città faccia sua una problematica che si trascina da troppo tempo: abbattere la struttura per creare uno spazio, una piazza per l’intera realtà», precisa Sante Chinnici, presidente dell’associazione San Biagio. «Non entriamo nel merito della burocrazia, però sappiamo che solo attraverso la mobilitazione generale potremo ottenere qualcosa – prosegue – La raccolta proseguirà ancora nei prossimi giorni e le firme saranno inviate successivamente alla Regione». La città, quindi, si è mobilitata, così come gli artisti locali. Che attraverso le loro opere hanno voluto esprimere il disappunto per la presenza dell’immobile e la loro partecipazione. «Grazie alla vernice riportiamo sui teloni o sui cartelloni le mani dei piccoli per mandare un messaggio particolare: noi siamo presenti e vogliamo una piazza, un luogo di ritrovo dove giocare e discutere, qui dove adesso sorge l’immobile», afferma Alessandro, uno dei giovani artisti.
Intanto il Comune di Paternò ha proceduto, dopo la richiesta alle autorità competenti, al sequestro dell’immobile. L’istanza era partita a seguito di un sopralluogo effettuato dagli agenti della locale polizia municipale che hanno eseguito la disposizione. Nel corso dell’ispezione, infatti, i vigili hanno verificato la presenza di residui di materiale chimico, utilizzato a scopo agricolo, che potrebbe rappresentare un pericolo igienico-sanitario per l’area dove insiste la struttura.
«Per la prima volta – ha precisato il sindaco di Paternò Mauro Mangano – stiamo lottando per riprenderci un bene che appartiene alla nostra comunità. Già nei mesi scorsi, avevamo chiesto all’Esa il comodato d’uso dell’edificio, proprio perché a noi interessa risolvere un problema e poter disporre dell’immobile, e non perdere tempo con lungaggini burocratiche. Purtroppo la richiesta ci è stata negata, ma non intendiamo fermarci». L’edificio di via Canonico Renna si estende su una vasta area di circa duemila metri quadrati. Allo stato attuale la struttura è pericolante, sono rimasti in piedi solo i muri perimetrali, in quanto il tetto dell’immobile è collassato in più punti, rendendolo dal punto di vista della staticità totalmente insicuro.