Un consiglio comunale durato oltre 12 ore, iniziato con le manifestazioni di dissenso di alcuni consiglieri. Disposta la riduzione della Tari, la tassa sui rifiuti. Ma, grazie al sostegno indiretto dell'opposizione, è stato votato l'innalzamento dell'addizionale Irpef. Una decisione accolta con amarezza dal promotore di un referendum per l'abolizione dell'imposta
Paternò, seduta fiume con proteste Approvato l’aumento dell’aliquota Irpef
È successo di tutto nel corso del consiglio comunale di Paternò convocato ieri. Una seduta fiume durata oltre 12 ore. Una lunga giornata in cui l’assise civica ha approvato la delibera sul piano finanziario relativamente alla diminuzione della Tari, la tassa sui rifiuti, già a partire dal conguaglio 2015. Il consiglio ha approvato nuovamente, a distanza di oltre un mese dal suo dimezzamento, anche l’aumento dell’addizionale Irpef dallo 0,4 per mille allo 0,8 per mille.
La seduta si è aperta con due manifestazioni di protesta intraprese dai consiglieri di opposizione, i quali hanno accusato l’amministrazione di non rispettare le procedure necessarie per la convocazione del consiglio fatto in fretta e furia. Da una parte i consiglieri Luca Furnari, Vincenzo Messina e Salvatore Fallica hanno inscenato un sorte di funerale della democrazia con tanto di fiore e necrologio; dall’altra i colleghi Vito Rau, Ignazio Mannino, Roberto Faranda, Antonino Valore e Sergio Signorello che hanno indossato per tutta la durata della seduta una maglietta con la scritta contro il primo cittadino Mauro Mangano: «Mangano uguale tasse. Vergogna, hai distrutto una città».
Il piano finanziario per l’imposta sui rifiuti è stato approvato da 23 consiglieri sia di maggioranza che di minoranza; un piano che ha sancito una riduzione della tassa dell’otto-dieci per cento per le utenze domestiche e del 22 per cento per le attività commerciali. Clima infuocato, invece, per l’addizionale: con un escamotage tecnico – un emendamento alla delibera che sancisce l’introduzione dell’aliquota al quattro per mille dal primo gennaio 2016, mentre l’Irpef all’otto per mille resta in vigore per il 2015 – il sindaco Mangano ha ottenuto nuovamente l’aliquota Irpef all’otto per mille grazie al sostegno indiretto di due esponenti della minoranza, Alfio Virgolini e Filippo Condorelli. I quali, a differenza dei colleghi dell’opposizione usciti al momento del voto, sono rimasti in aula consentendo il mantenimento del numero legale. Così è stato possibile per Lorenzo Arcoria, Antonio Arena, Salvatore Campisano, Antonino Calabrò, Salvatore Comis, Lucio Cunsolo, Giuseppe Di Benedetto, Giuseppe Gentile, Salvatore Milicia, Filippo Sambataro, Giuseppe Sciacca, Gaetano Statelli, Giovanni Parisi e Consolazione Rapisarda di votare sì. Virgolini e Condorelli hanno invece risposto no. Il consigliere Fallica ha attaccato i due colleghi parlando di «una nuova maggioranza che prima era velata e adesso è palese. Non c’è altro da aggiungere». A lui replica Virgolini, il quale sostiene che le battaglie si combattono «in aula non fuggendo via o andando in casa».
Grande amarezza espressa dall’ex candidato sindaco Nino Naso, promotore mesi addietro di una petizione che raccolse seimila firme per dire no all’Irpef: «Ancora una volta Paternò è stata umiliata, calpestata, mortificata – afferma – la democrazia è morta a Paternò. Seimila firme di cittadini paternesi si sono sciolte come neve al sole, il sogno di democrazia si è infranto, vanificato da chi ha votato e da chi rimanendo in aula ha permesso questo voto, riportando al massimo l’addizionale Irpef per interessi di bottega o per proprio tornaconto».