Al centro del dibattito c'è l'opera costruita nel 1972 in piazza della Regione. Il Comune ha predisposto la demolizione e ricolmatura della vasca con abbattimento delle barriere architettoniche. L'Archeoclub ha inviato una nota alla soprintendenza
Paternò, polemiche per riqualificazione di una fontana «Predisporre vincolo. Serve un restauro conservativo»
Un progetto di restyling che divide Paternò. L’amministrazione comunale ha predisposto un intervento di riqualificazione della storica fontana di piazza della Regione, nel cuore istituzionale della cittadina, dove si trovano le caserme della compagnia dei carabinieri e della guardia di finanza, la sede del giudice di pace, uffici di rappresentanza del Comune ma anche alcune scuole cittadine. Un progetto che prevede «la riconfigurazione della fontana con demolizione e ricolmatura della vasca e abbattimento delle barriere architettoniche e la valorizzazione dei pannelli a mosaico e del gruppo scultoreo in bronzo». L’intervento però non convince i cittadini, le associazioni e le forze politiche. Oggi è in programma, proprio in piazza della Regione «un sit-in silenzioso ed ordinato di sensibilizzazione».
A organizzarlo l’Archeoclub d’Italia sezione Ibla Major di Paternò, il cui presidente Francesco Finocchiaro ha inviato una nota alla «soprintendenza ai Beni culturali di Catania in cui abbiamo chiesto di intervenire, predisporre un vincolo di tutela dell’opera d’arte contemporanea – spiega Finocchiaro- Ma al momento non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Apprezziamo l’intento dell’amministrazione comunale di riqualificare l’opera, ma crediamo che sia opportuno un restauro conservativo». L’Archeoclub in sostanza chiede al Comune di interrompere «le procedure attuative, in attesa di un approfondimento artistico e tecnico, predisponendo una commissione che possa valutare, con maggiore attenzione, l’opera e le strategie di recupero, sollecitando l’assessorato regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, la direzione generale della Creatività contemporanea del ministero della Cultura».
Secondo l’associazione la mutilazione della fontana, attraverso l’eliminazione della vasca d’acqua e gli interventi nelle cornici dei pannelli sarebbero lesive dell’opera, realizzata dagli artisti Francesco Contrafatto e Domenico Tudisco nel 1972. «L’equivoco scaturisce dal considerare fontana solo le opere plastiche e musive senza considerare – si legge in una nota – che la fontana è l’insieme delle opere. Concepita per narrare la storia di Paternò dalle sue origini fino alla seconda guerra mondiale». Intanto è partita da qualche giorno una raccolta firme on-line che ha raccolto 260 adesioni. Nel contempo il sindaco Nino Naso ha annunciato per mercoledì 9 febbraio una conferenza stampa in cui saranno illustrati i dettagli del progetto e le sue finalità.