A novembre 2016 un decreto firmato dall'ex governatore Rosario Crocetta stabiliva che debiti e crediti dell'istituto di pubblica assistenza Salvatore Bellia passasero all'amministrazione comunale. Contro le disposizioni regionali si era mosso l'allora primo cittadino Mauro Mangano. Che adesso incassa il niet dei giudici amministrativi
Paternò, per il Tar i debiti Ipab li paga il Comune Rischio dissesto. Il vicesindaco: «Faremo ricorso»
Adesso il Comune di Paternò rischia concretamente il dissesto finanziario. È arrivata oggi pomeriggio la sentenza del Tar di Catania sull’Ipab Salvatore Bellia. Il cui patrimonio, e i suoi debiti, sono passati all’amministrazione paternese per via di un decreto firmato nel novembre 2016 dall’ex governatore Rosario Crocetta. Una legge impugnata dall’ex sindaco Mauro Mangano, ma adesso confermata dai giudici amministrativi. E l’Ipab Salvatore Bellia bene non sta: è gravata da debiti pari a oltre due milioni di euro, nei confronti dei dipendenti che vantano 43 mensilità arretrate, contributi non versati all’Inps e all’Inail, rate di mutui non pagate e cartelle esattoriali non saldate.
Informato del provvedimento preso dai giudici del Tribunale amministrativo regionale, il vicesindaco Ezio Mannino si mostra prudente: «Ho appreso della sentenza – dice a MeridioNews – Ci consulteremo con il nostro legale e dopo aver letto il dispositivo prenderemo le giuste iniziative per tutelare il Comune. Certo si tratta di una decisione iniqua nei nostri confronti e siamo pronti a ricorrere al Consiglio di giustizia amministrativa». Chi la vede positiva è, invece, Roberto Prestigiacomo della segreteria provinciale Uil: «Dal punto di vista finanziario, per il Comune di Paternò potrebbe essere tutto molto negativo. Ma noi non vogliamo danneggiare nessuno».
L’obiettivo, secondo il sindacalista, è avviare «un percorso unitario con l’amministrazione comunale. Nel dispositivo della sentenza è riportato quello che noi sosteniamo da anni: le 16 unità lavorative dell’Ipab che saranno trasferite al Comune di Paternò sono quasi tutte in possesso della qualifica Osa (operatore socio-assistenziale): sarebbe sufficiente non esternalizzare l’assistenza domiciliare domestica e quella nelle scuole comunali (materne ed elementari) per assorbirne integralmente il costo». Per i debiti dell’Ipab che arriveranno al Comune, nell’ipotesi che questo dovesse soccombere anche nei prossimi gradi di giudizio, per evitare un eventuale dissesto si potrebbe ricorrere alla vendita dei beni immobili di cui il Salvatore Bellia è proprietario. Un patrimonio che, secondo una prima stima, si aggirerebbe intorno ai quattro milioni di euro.