Paternò, continua la battaglia civica per l’ospedale «Non abbassiamo la guardia, si salvino i reparti»

Non si ferma l’attività di tutela del Comitato per l’ospedale di Paternò, che ha intensificato la lotta per la difesa del nosocomio locale. E che adesso si sta muovendo su due fronti: quello istituzionale e quello giudiziario. In questi anni, i componenti del comitato hanno presentato due denunce alla procura della Repubblica. La prima è quella relativa al blocco dei lavori, che ha portato alla chiusura di alcune zone del corpo centrale dell’edificio, provocando «come prima conseguenza la riduzione dei posti letto». Nella seconda denuncia, invece, il Comitato vuole vederci chiaro sui numeri di accesso al pronto soccorso: i dati ufficiali trasferiti al ministero della Salute «sono al ribasso rispetto a quelli reali prodotti dall’ospedale», si legge in una nota stampa.

In base ai numeri prodotti dal Comitato, nel 2015 l’ospedale Santissimo Salvatore avrebbe avuto al pronto soccorso 29.850 accessi e 2261 interventi chirurgici (667 di chirurgia generale, 555 di ortopedia, 411 di otorinolaringoiatria, 628 di oculistica). Per entrare più nel dettaglio, in tema di ricoveri (ordinari e in regime di day hospital) se ne registrano 731 in chirurgia, 768 in medicina, 575 in ortopedia, 52 in ostetricia (con dati che si fermano al 28 febbraio 2015, quando il reparto è stato chiuso e trasferito a Biancavilla), 440 in otorino, 240 in pediatria (fino al 31 agosto 2015, prima che questo reparto subisse la stessa sorte di ostetricia), 284 in psichiatria e 632 in oculistica. «Si tratta di numeri che testimoniano come il Santissimo Salvatore sia una struttura sanitaria efficace, in grado di soddisfare un bacino di utenza che supera i 130mila abitanti», sostiene il comitato. Il riferimento è a chi risiede tra Paternò, Centuripe, Regalbuto, Troina, Belpasso, Motta Sant’Anastasia, Ragalna, Nicolosi e Santa Maria di Licodia.

«Riteniamo che sia illogico e irrazionale un declassamento dell’ospedale – continuano gli attivisti – che non tiene conto realmente del diritto alla salute dei cittadini del comprensorio paternese». Nei giorni scorsi, il Comitato ha convocato i sindaci e i presidenti dei Consigli dei Comuni che fanno parte del distretto sanitario 18. Presenti il primo cittadino di Paternò Mauro Mangano, il suo vice Carmelo Palumbo, la presidente del Consiglio Laura Bottino, il presidente del Consiglio di Ragalna Enzo Messina. Assente il sindaco di Belpasso Carlo Caputo. Sono quattro gli obiettivi che i cittadini vogliono perseguire: mantenimento e potenziamento del pronto soccorso; ripresa immediata dei lavori di adeguamento sismico, bloccati anni addietro; potenziamento dei reparti del Santissimo Salvatore e degli ambulatori del distretto sanitario.

Ci sono voci, però, che parlano di una possibile soppressione del pronto soccorso paternese. «Secondo la nuova bozza del piano regionale della Sanità, il pronto soccorso deve essere soppresso – continuano gli attivisti – I vertici dell’Asp catanese e l’assessore regionale Baldo Gucciardi ci hanno rassicurato che si è trattato di un errore e che il reparto d’urgenza non sarà chiuso. Noi non abbasseremo la guardia, vogliamo i fatti: il Comitato e l’intero territorio saranno tranquilli solo nel momento in cui nella bozza sarà eliminato qualsiasi riferimento a una eventuale chiusura o depotenziamento del pronto soccorso. La commissione Sanità all’Ars deve rivedere tutto, senza danneggiare ulteriormente la funzionalità e l’operatività del nostro ospedale».


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