È quanto ha chiesto la procura di Catania per Ignazio Sciurello, il 49enne accusato di aver esploso quattro colpi di pistola contro Massimo Pappalardo il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato in una scarpata in contrada Poggio Monaco
Paternò, chiesto ergastolo per l’omicidio Pappalardo Bruciò corpo del rivale in amore dopo avergli sparato
La procura di Catania ha chiesto l’ergastolo per Ignazio Sciurello, il 49enne accusato di avere ucciso con quattro colpi di pistola e di avere poi appiccato il fuoco al rivale in amore, Massimo Pappalardo, di 32 anni, il cui cadavere carbonizzato fu trovato l’8 marzo del 2015 una Toyota Aygo, anch’essa bruciata, in una scarpata lungo la strada provinciale 24, in contrada Poggio Monaco.
La richiesta è stata avanzata alla corte d’Assise presieduta da Maria Concetta Spanto, dal pubblico ministero Andrea Norzi del dipartimento reati contro la persona coordinato dall’aggiunto Ignazio Fonzo. Sollecitata anche la condanna per concorso anomalo in omicidio e distruzione di cadavere per il 45enne Massimo Distefano, che ha collaborato già in fase di indagini e la sua assoluzione dall’avere portato armi da fuoco; a dieci anni per concorso in distruzione di cadavere e favoreggiamento personale del 57enne Giuseppe Sciurello (fratello di Ignazio); e a quattro anni per favoreggiamento personale per Antonello Claudio Cosentino, di 45 anni.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Paternò, la sera del delitto Pappalardo avrebbe telefonato alla fidanzata dicendole che dovevano interrompere la relazione. Già in quel momento la donna avrebbe capito che la chiamata era stata fatta sotto la minaccia di Ignazio Sciurello, che non aveva mai accettato la fine della storia e che la perseguitava quotidianamente tanto da costringerla a denunciarlo per stalking.
L’inchiesta della procura, in cui sono confluite le registrazioni di immagini di filmati di impianti di video sorveglianza e di esami di tabulati telefonici, ha ricostruito la dinamica con l’uccisione di Pappalardo da parte di Ignazio Sciurello e Massimo Distefano che poi avrebbero distrutto e soppresso il cadavere utilizzando 20 litri di benzina comprata in un distributore di carburanti e portata sul posto con un’altra auto. Cosentino è invece accusato di averli poi aiutati a eludere le indagini. Sciurello dopo il delitto si è reso irreperibile ed è stato arrestato, il 1 ottobre del 2015, dalla polizia francese nei sobborghi di Parigi.