Paternò, baraccopoli nei pressi di una discarica Ospita centinaia di migranti sfruttati nei campi

In un’area con una mega discarica abusiva, che si trova in contrada Ciappe Bianche, decine di migranti provenienti dall’Africa hanno costituito una baraccopoli da centinaia di posti letto. Alloggi di fortuna fatti con teloni, pezzi di lamierini e materiale di risulta con le tendopoli tenute in piedi con oggetti spesso prelevati da un immondezzaio nei pressi della strada provinciale 138. La baracche sorgono nei pressi di alcuni fondi agricoli, probabilmente abbandonati, vicino a dei muretti in pietra lavica per avere una parvenza di riparo. A 50 metri dal villaggio c’è una galleria ferroviaria ormai dismessa che all’interno ospita decine di tende.

Gli ospiti della baraccopoli sono spesso impegnati nella campagna agrumicola, e della loro presenza hanno già notizie forze dell’ordine e istituzioni. Nelle scorse settimane si sono moltiplicati gli incontri in prefettura, con la presenza del sindaco di Paternò Mauro Mangano e del comandante della polizia municipale Antonio La Spina, oltre ai responsabili provinciali di carabinieri e polizia. Non è da escludere che nei prossimi giorni possa esserci un’operazione di sgombero della baraccopoli. Dai dati in possesso dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, i migranti che lavorano nelle campagne presterebbero la propria attività lavorativa per pochi euro (tra 10 e 12 euro al giorno) per oltre 12 ore giornaliere. Manovalanza che molto spesso beneficia di un solo pasto durante le giornate e che chiede sostegno alla mensa sociale della Bisaccia del pellegrino di via Vittorio Emanuele. 

Le problematiche legate al caporalato nelle campagne, al lavoro nero e sottopagato, alla crescente disoccupazione e all’utilizzo di manodopera straniera e a basso costo, sono argomenti che i sindacati affrontano quotidianamente, raccogliendo giornalmente le denunce dei braccianti agricoli paternesi. Rimasti, per questo raccolto agrumicolo a casa, con numeri maggiori rispetto al recente passato. Per i pochi fortunati è del tutto scomparsa la paga giornaliera (che si aggirava sui 65 euro), e al suo posto c’è la possibilità del lavoro a cottimo, ossia più raccogli più guadagni. Il lavoratore locale a questo punto, nelle migliore delle cose, riesca a portare a casa tra i 40 e i 45 euro ogni giorno.


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