Sono le 22,44 italiane quando Davide Salvà, che attendeva il suo volo in partenza dall’aeroporto londinese di Gatwik per Catania, riceve l’ultimo messaggio dalla compagnia che lo informa che il suo volo partirà per le 22,30 inglesi. Dalle 17 di questo pomeriggio attende di potersi imbarcare su un volo la cui reale partenza era prevista per le 10 del mattino. «Alle 6 di questa mattina ci mandano una prima mail in cui ci dicono che il volo è stato spostato alle 17 – afferma a MeridioNews Salvà – Ma a quell’ora veniamo informati che la partenza del volo è stata spostata ogni mezz’ora. L’aereo su cui dobbiamo imbarcarci è davanti a noi, ma è spento perché manca l’equipaggio». Salvà, che viene informato dalla compagnia con mail e sms, è insieme ad altre 200 persone circa che aspettano di poter raggiungere Catania. «Noi siamo stati informati, ma molti hanno ricevuto la mail del volo posticipato quando già stamattina erano quasi arrivati in aeroporto – dice ancora Salvà – Sono venute le autorità a calmare gli animi, ma non ci sono state date motivazioni su questi ritardi. Qualcuno ha addirittura minacciato di rivolgersi al consolato. Nel frattempo ci hanno dato un rimborso di otto sterline. Altri voli partono tranquillamente, questo per Catania è rimasto qui».
Ma a portare fortissimi ritardi è stato anche l’aereo che da Roma era diretto a Comiso. «È stata un’autentica odissea, una vacanza trasformata in un incubo». Sono le prime parole di Matteo, un ragusano che oggi doveva essere sul volo Rynair da Roma Fiumicino con arrivo previsto a Comiso per le 12,40. L’uomo si trovava nella capitale per passare con la sua famiglia qualche giorno di vacanza in occasione del ponte pasquale. Una volta arrivato in aeroporto, ha vissuto una giornata infernale. Dopo circa sette ore di attesa, è arrivato in Sicilia. «Siamo arrivati in aeroporto due ore prima rispetto all’orario del decollo – racconta Matteo a MeridioNews – Avendo due figli una delle quali di due anni e mezzo, siamo partiti dall’hotel subito dopo colazione. Volevamo arrivare prima per gestire i bagagli e tutte le incombenze burocratiche per imbarcarci». L’odissea inizia quando Matteo guarda per la prima volta il tabellone. «Sono andato al check in e ho consegnato le mie valigie – continua – tutto sembrava procedere regolarmente. Di solito Ryanair è molto puntuale e quindi non abbiamo sospettato nulla, ma intorno alle 12 la hostess blocca tutto dicendo che non può iniziare le procedure di imbarco».
Da qui, secondo quanto racconta il passeggero, le complicazioni si susseguono. «Ci avvisano che c’era stato un problema nell’aeromobile, che sarebbe partito in ritardo – prosegue – Nel frattempo la compagnia, sia tramite l’applicazione che tramite sms, ci informava del ritardo tecnico. Il ritardo si accumula di ora in ora fino a quando tutti i passeggeri esausti e stanchi hanno cominciato a chiedere spiegazioni sul motivo reale del ritardo. Ma la risposta era sempre la stessa: ritardo tecnico». Il tempo passa e l’attesa comincia a farsi sentire. «Alle 16.30 qualche passeggero più nervoso ha alzato i toni alla hostess che, sentendosi minacciata, ha chiamato i carabinieri che sono arrivati poco dopo. I militari stessi – sottolinea Matteo – hanno cercato di calmare la folla impegnandosi a chiedere spiegazioni all’ente gestore dell’aeroporto romano.»
Tutto ciò mentre i passeggeri venivano informati delle proroghe delle partenze. «Fino a quando, insieme ai carabinieri, arriva anche il capo scalo che ci informa che il problema tecnico persisteva. Tutto questo – conclude Matteo – fino alle 18, quando ci hanno accompagnato sull’aereo. Qui il comandante ci ha spiegato quello che prima ci aveva detto il capo scalo e scusandosi con i passeggeri ci ha assicurato che il volo sarebbe partito subito. Insomma – conclude Matteo – una Pasquetta da dimenticare. Valuteremo insieme agli altri passeggeri se richiedere un risarcimento per il torto e il disagio subito». A Comiso stesso scenario. Ad attendere nello scalo ragusano altrettanti passeggeri che dovevano decollare per Roma e che sono partiti alle 20.35 subendo dall’altra parte lo stesso disagio.
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