Parte il torneo antirazzista sotto le stelle Tra le squadre anche il Cara di Mineo

Ci sarà anche una squadra in rappresentanza del Cara di Mineo al Torneo antirazzista di calcio a cinque che inizia stasera in piazza Carlo Alberto a Catania. Edizione numero due, dopo quella del 2010 e la pausa dello scorso anno. Per parlare di diritti e di rispetto della dignità dell’essere umano attraverso lo sport.

Tre serate dedicate al torneo dei grandi, con squadre formate da italiani, stranieri o miste e divisi in due gironi: uomini e donne. Quindi, venerdì sera, spazio agli under 14. Il tutto sotto le stelle, nella piazza che durante il giorno ospita le bancarelle della fera ‘o luni. Il merito dell’organizzazione spetta alle associazioni Arci, Cpo Experia, Gapa, Rete Antirazzista Catanese, Collettivo Aleph. «Parteciperanno tanti ragazzi stranieri che frequentano i nostri gruppi – spiega Giuseppe Bordonaro, tra i responsabili del torneo – ma ci saranno anche i residenti del quartiere». L’obiettivo è fare dello sport uno strumento di reciproco riconoscimento. Le partite, due per ogni serata, inizieranno dopo le 20:30. Da qualche giorno infatti, anche per i musulmani catanesi, è iniziato il Ramadan. «Ci è sembrato giusto aspettare la fine del digiuno, così potranno concorrere tutti alla pari», sottolinea Bordonaro.

Non ci sarà solo il calcio ad accompagnare queste quattro serate. A margine delle partite, sono previste proiezioni, dibattiti, musica, aperitivi e performance teatrali. «Parleremo delle condizioni dei migranti in Italia, del caporalato, dei Cara, di diritti di cittadinanza», spiegano gli organizzatori. Storie raccontate in prima persona dagli stessi migranti, tra cui quelli del Centro per rifugiati di Mineo.

Quest’anno il torneo è intitolato a Mahmoud Sarsak, il venticinquenne promettente calciatore palestinese, arrestato nel 2009 dalle forze di sicurezza israeliane mentre lasciava la Striscia di Gaza per unirsi alla sua nazionale in Cisgiordania. Sarsak, per cui si è mossa anche la Federazione internazionale, ha iniziato uno sciopero della fame lungo 92 giorni, alla fine del quale, la settimana scorsa è stato liberato. Un ricordo che non si limita alle parole ma si trasforma in un piccolo aiuto concreto. I fondi ricavati dal torneo verranno infatti devoluti al centro di aggregazione e recupero giovanile Ibda del campo profughi di Betlemme.

[Foto di Trattotutto]


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