Il tecnico fatica a digerire l'episodio costato la massima punizione trasformata dall'esterno sinistro Tito, autore del definitivo 1-1 dopo il vantaggio del Palermo con un colpo di testa del difensore Lancini. Il risultato, comunque, rispecchia l'andamento della gara
Pari contro l’Avellino, i rosa masticano amaro Filippi: «Il rigore fischiato è una roba assurda»
C’è un vincitore nella gara
Palermo-Avellino disputata allo stadio Renzo Barbera e valida per la dodicesima giornata del girone C. E’ l’equilibrio, fattore che ha fatto da filo conduttore ad una gara (1-1) combattuta e nella quale le due squadre si sono divise la posta in palio al culmine di una sfida ad armi pari in termini di intensità e ardore agonistico. Premessa doverosa al netto di episodi come il rigore che l’arbitro ha concesso agli irpini (e trasformato al 77′ dall’esterno sinistro Tito) per un presunto fallo del difensore Peretti ai danni di Plescia e che ha determinato il verdetto del terreno di gioco.
«Il rigore è una roba assurda – ha dichiarato nel post-gara il tecnico rosanero Filippi – io di solito non commento l’operato del direttore di gara ma in questo caso faccio un’eccezione dicendo che una squadra non può essere penalizzata da un errore così evidente e grossolano. E a proposito di condotta arbitrale aggiungo che, a mio avviso, il fallo di Silvestri su Soleri lanciato a rete andava punito con l’espulsione e non con il cartellino giallo. I due pali colpiti dall’Avellino? Situazioni che fanno parte di una partita – prosegue Filippi riferendosi ai legni centrati dagli ospiti con il palermitano Di Gaudio, uno dei più ispirati nella formazione biancoverde in campo con un 4-4-1-1 al cospetto dell’iniziale 4-3-1-2 del Palermo, protagonista in occasione del primo episodio – I pali delle porte ci sono e non possono essere tolti…».
Trasudano delusione ed amarezza le parole dell’allenatore siciliano per l’epilogo di una gara che sembrava ormai incanalata sui binari dei padroni di casa: «C’è rammarico anche perché secondo me
abbiamo disputato un’ottima partita e abbiamo cercato di vincere fino alla fine contro una squadra di primo livello. Purtroppo episodi a noi sfavorevoli hanno condizionato l’esito dell’incontro». Mastica amaro anche il difensore Lancini anche se l’autore del momentaneo 1-0 – rete al 14′ del primo tempo con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo – preferisce bypassare l’episodio relativo al rigore fischiato a favore della compagine guidata da Braglia: «Non voglio commentare il penalty e voglio focalizzare l’attenzione sulla buona prestazione fornita contro una delle squadre più forti di questo girone. C’è molta amarezza perché abbiamo creduto nella possibilità di vincere e perché ritengo che sono stati buttati via due punti. Resta, in ogni caso, la consapevolezza dei nostri mezzi e il fatto che ce la possiamo giocare contro tutti. Dobbiamo continuare su questa strada, lavorare e cercare di diminuire gli errori per potere creare le condizioni per un grande campionato».
Il numero 79 rosanero, che ha realizzato il suo primo gol in questo campionato, si è trovato a suo agio in un sistema di gioco con la retroguardia a quattro, una delle basi su cui i rosa hanno impostato una partita giocata con grinta e coraggio contro una diretta concorrente (e terminata con entrambe le squadre in dieci per le espulsioni prima di Doda e poi di Rizzo) ma nella quale, tra pali colpiti e interventi dell’estremo difensore Pelagotti al quale evidentemente ha fatto bene la visita in città nei giorni scorsi del suo agente ed ex portiere rosanero Sorrentino, ai punti gli ospiti avrebbero meritato probabilmente qualcosa in più in virtù di un indice di pericolosità decisamente più alto rispetto a quello degli uomini di Filippi.