Si sono dati appuntamento nell’anfiteatro bonificato e ripulito dalle sterpaglie: residenti della borgata, membri del Comitato che lotta per la riqualifica dell’area verde e seconda circoscrizione. Fra le proposte, quella di realizzare un museo en plein air. Ma qualcuno ancora non crede all’agibilità del luogo
Parco Libero Grassi, le idee dei cittadini a confronto Ma è polemica sull’area: «Pericolosa e non fruibile»
Il Teatro del Sole torna a splendere. O, almeno, è quello che potrebbe succedere in breve tempo. A lasciar ben sperare, dopo la riapertura parziale di parco Libero Grassi e la bonifica proprio dell’area in cui sorge l’anfiteatro che si affaccia sul mare, è il primo incontro fra cittadini e seconda circoscrizione avvenuto martedì pomeriggio all’interno del parco. «L’incontro è andato bene, soprattutto perché c’era gente del luogo, significa che vogliono partecipare, essere coinvolti», spiega Aldo Penna, membro del Comitato cittadino che da anni si batte per la ripaertura del parco dedicato all’imprenditore ucciso dalla mafia. La sorpresa più bella di questo primo confronto di idee sono proprio i residenti, infatti, che adesso chiedono il risanamento dell’intera area verde e che si continui a lavorare al miglioramento della parte già risanata. «Vogliono un teatro fruibile, cioè che possa al più presto essere utilizzato, ospitando eventi e spettacoli – insiste Penna – Dotandolo di servizi igienici, piantumando delle nuove essenze arboree che rendano tutto più ricco e curato».
Un primo importantissimo confronto, quindi, durante il quale non sono mancate le prime proposte e idee. La più affascinante è quella di realizzare in futuro un museo en plein air con delle installazioni disseminate per il parco: «Non un museo chiuso fra delle mure, ma sotto al cielo, con delle opere d’arte scelte ad hoc che possano essere motivo di decoro ma anche di attrattiva per i visitatori del luogo», racconta ancora Penna. Un’altra idea, altrettanto interessante, è quella di dare all’area verde le sembianze di un parco natura per i ragazzi, che possa contribuire a ricostruire la storia urbanistica di questo luogo, come si è formato, quello che è avvenuto negli anni e quello che sta avvenendo oggi, con la sua «trasformazione da luogo dell’abbandono a luogo dove ci si incontra». Un momento di incontro tra quei residenti che questo luogo potrebbero viverlo quotidianamente ma che fino a ieri non sapevano nemmeno che esistesse. «Da quell’incontro del 29 agosto in memoria di Libero Grassi, sono in molti ora che si recano qui perché vogliono vedere di cosa si tratta – prosegue l’attivista – È questo l’aspetto più bello, che finalmente ci sia conoscenza di questo posto potenzialmente magnifico».
Non solo entusiasmo, però. Una parte di cittadini, infatti, sembra non riuscire a mettere da parte preoccupazioni e polemiche, tirando in ballo addirittura strani casi di cancro, secondo alcuni ricollegabili ai rifiuti scaricati all’interno del parco. «Questo posto non nasconde nessun pericolo. Il problema è che continuano a entrare e a buttare superficialmente tutti i rifiuti possibili e immaginabili», fanno sapere intanto gli ingegneri della Sering srl, la società palermitana che ha curato il progetto del parco Libero Grassi. «Le cisterne, precedentemente sotterrate e oggi venute allo scoperto per degrado e incuria, le abbiamo messe proprio per evitare che si formino percolati particolari e quindi per monitorare le acque di superficie che si raccolgono, appunto, in cisterne che, se pulite, possono essere scaricate a mare». La storia del luogo, inoltre, sembra sconfessare la presenza di materiali pericolosi: negli anni Sessanta, in pieno Sacco di Palermo, i costruttori depositavano qui detriti e materiale di risulta che, accumulati nel tempo, hanno formato il cosiddetto Mammellone, una collinetta vista mare formata da strati di rifiuti inerti.
«L’Arpa ha validato il sito, in questi sette anni le analisi sono state fatte. Le convinzioni sono una cosa, i dati un’altra. Le preoccupazioni sono legittime e in certi casi anche comprensibili, non devono però essere allarmiste o tendenziose – dice Penna – Il Parco era pieno di tante discariche di superficie, ma danni ormai non c’è più niente nel sottosuolo. L’area è stata tutta bonificata impiegando 5 milioni di euro e il livello della discarica è stato abbassato di otto metri». Le ultime analisi dell’Arpa sono state eseguite l’anno scorso poco prima dell’anniversario del 29, occasione in cui aveva i tecnici avevano validato la caratterizzazione, cioè l’insieme di quelle attività che consentono di risalire ai fenomeni di contaminazione di un luogo e di ottenere le informazioni utili per realizzarne la messa in sicurezza. In occasione dell’anniversario di quest’anno, infatti, l’ex vice sindaco Emilio Arcuri ha confermato che, bonificato l’anfiteatro, adesso tocca alla Regione, che entro fine settembre dovrà predisporre l’analisi di rischio. «Siamo in una fase ormai positiva, è innegabile», conclude Penna.