Papa Francesco a Lampedusa: per la Messa ‘Caino e Abele’ e ‘La strage degli Innocenti’

Lampedusa- E’ un’isola ‘emozionata’ quella che si prepara ad accogliere domani Papa Francesco. I lampedusani sono in fibrillazione per un evento destinato a restare nella storia. La maggior parte dei negozi sarà chiusa per tutta la mattina: nessuno vuole perdersi la messa che celebrerà il Pontefice. Sull’isola domani sono previste almeno 15mila presenze, tra indigeni, turisti e i circa 5mila fedeli che stanno arrivando da tutta Italia per dare il benvenuto al Santo Padre. 260 le testate giornalistiche accreditate.

Tutto ormai è quasi pronto: “L’organizzazione dell’evento, che ci ha fatto straripare il cuore di emozione, è stato semplice, perché il Papa ha voluto che tutto fosse semplice. Questo il riconoscimento più bello e più grande per tutto quello che ha fatto Lampedusa” ha detto il Sindaco, Giusi Nicolini, stamattina in conferenza stampa insieme con Don Stefano Nastasi, il parroco di Lampedusa che ha scritto la lettera al Pontefice per invitarlo sull’isola, l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Mogavero e Monisgnor Lauricella della diocesi di Agrigento.

Ricordiamo che Papa Francesco non ha voluto nessun ‘politicante’ in vetrina. Solo le autorità civili dell’isola.

Il Papa arriverà a Lampedusa intorno alle 9.00. Da lì si sposterà a Cala Pisana dove salirà su una barca per raggiungere Cala Maluk,  dove getterà in mare una corona di fiori in onore di tutti i migranti morti durante le traversate. La sua imbarcazione sarà seguita da 120 barche lampedusane. Poi una sosta a Punta Favarolo, dove incontrerà 50 migranti (al momento a Lampedusa sono in 112). Un’altra cinquantina di eritrei assisterà alla messa, prevista per le 10 allo stadio, in prima fila con i bambini e i disabili.  L’altare, proprio di fronte il campo sportivo Arena, su un terrazzino della sede dell’Area marina protetta. Sarà a forma di barca, realizzato con il legno delle imbarcazioni dei migranti. 

 

“Lo stadio Arena fu il rifugio di oltre 3mila immigrati che sbarcarono in sole tre notti nel febbraio del 2011, dal 9 all’11. Migranti che ‘nessuno voleva: ne’ l’Italia, ne’ l’Europa” ha ricordato Don Nastasi in conferenza stampa “quello che ci aspettiamo e che i lampedusani e tutti i migranti riacquistino dignità dinnanzi agli occhi del mondo. Siamo emozionati e grati al Santo Padre che ha accolto il nostro invito”.

L’arcivescovo di Agrigento ha sottolineato il valore simbolico della visita: “Nessuno può chiudere gli occhi dinnanzi a gente che soffre e che arriva qui in cerca di una vita migliore. Questo il messaggio che vorrà dare il Papa. Il fenomeno dell’immigrazione non può essere considerato una emergenza, non è una questione di statistiche ma una questione di vite di esseri umani”. 

Simbolico anche il formulario della Messa: “Il Papa ha scelto la lettura di Caino e Abele, il salmo Miserere, per chiedere perdono, e dal Vangelo, La strage degli Innocenti. Messaggi fortemente simbolici che vuole lanciare proprio da Lampedusa” ha spiegato Monsignor Lauricella.

I tre prelati, in conferenza stampa, hanno tenuto a sottolineare il significato pastorale della visita: “Non chiedete a noi cosa dovrebbero fare le istituzioni. Di certo non dovrebbero lasciare Lampedusa da sola. Ma il significato del viaggio del Papa è chiaro: partire dagli ultimi per cambiare il mondo”.

Intanto, mentre il Comune sta finendo di tirare a lucido l’isola, i balconi e le strade si stanno riempendo di poster di benvenuto con su scritto: “Papa Francesco, Lampedusa ti ama”;  “Grazie a Dio per avercelo donato”.

Lampedusa, finalmente, si sente al centro del mondo.

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Foto di Antonella Sferrazza

 


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