Paolo Amenta: “Quest’anno i 390 Comuni siciliani hanno ricevuto dalla Regione solo 36 milioni di euro. Si può amministrare così?”

PARLA IL PRESIDENTE DELL’ANCI SICILIA. “A NOVEMBRE DOBBIAMO ANCORA APPROVARE I BILANCI PREVENTIVI DEL 2013. COSA DOBBIAMO PROGRAMMARE, ORMAI? IL NATALE?”

“Quello che sta succedendo è inconcepibile. Siamo a fine novembre e quasi tutti i Comuni siciliani devono ancora approvare il bilancio di previsione 2013. Ma cosa dobbiamo prevedere a fine anno? La programmazione della spesa per Natale? La verità è solo una: al decimo mese dell’anno la Regione siciliana ha trasferito ai Comuni appena il sessanta per cento della prima trimestralità. In pratica, 36 milioni di euro per i 390 Comuni dell’Isola. Come si fa ad amministrare in questa condizioni?”.

A parlare è Paolo Amenta, presidente dell’ANCI Sicilia, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani della nostra Isola. Abbiamo chiesto ‘lumi’ al presidente Amenta, perché viene difficile capire quello che sta succedendo. O meglio, noi abbiamo la sensazione che la Regione, sotto il profilo finanziario, sia ormai alla frutta. Ma fino a quando l’assessore regionale all’Economia dice che i problemi dipendono dal ‘Patto di stabilità’, anche se non ci crediamo, ne dobbiamo comunque tenere conto.

Da qui l’intervista con il presidente dell’Anci Sicilia.

Allora, presidente ci dice quello che sta succedendo?

“Questo non lo sappiamo nemmeno noi. Sappiamo che è già passato un mese dalla manifestazione dei Sindaci a Palermo. Un mese fa abbiamo anche siglato l’accordo con il Governo regionale e con i capigruppo dell’Ars. Ebbene, a un mese di distanza non abbiamo ancora capito quando verrà approvata la legge sulle variazioni di bilancio”.

L’assessore all’Economia, Luca Bianchi, dice che è un problema di liquidità legato al rispetto del ‘Patto di stabilità’.

“E’ una tesi che non mi convince. Mi chiedo e chiedo: quando è stato approvato il bilancio regionale sono state messe nel conto le priorità? Mi riferisco agli stipendi dei dipendenti e alla spesa sociale. Sulla spesa sociale voglio fare una precisazione: in questo momento i Comuni non sono nelle condizioni di pagare gli interventi in favore dei più deboli: e questo è un fatto gravissimo. Stiamo abbandonando gli anziani, i minori a rischio, i portatori di handicap, scuole, assistenza domiciliare, case famiglia. Ripeto: questo è un fatto gravissimo”.

E sui Consorzi di comuni com’è finita?

“Anche su questo fronte registriamo pressappochismo e confusione. Avremmo dovuto lavorare ai liberi Consorzi di comuni. Poi il Governo regionale ha messo in mezzo la storia delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Ci hanno detto che dobbiamo sbrigarci, perché sennò perdiamo ingenti finanziamenti dell’Unione Europea. Abbiamo chiesto spiegazioni su questi finanziamenti. Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Lo stesso discorso vale per l’acqua, per i rifiuti, per le politiche sociali. Torno sempre su questo tema perché riguarda le fasce deboli della società: a novembre non abbiamo ancora le linee guida delle legge n. 328. Tutto questo è assurdo”.

Che cosa ci dice dei cantieri di lavoro? Sono i 50 milioni di euro che il Governo regionale ha messo in campo nell’ultima campagna elettorale…

“Anche su questo fronte registriamo confusione e problemi. Sa in un Comune di circa dieci mila abitanti quanti saranno, sì e no, le persone impegnate in questi lavori? Non più di una trentina. A fronte di una richiesta, in ogni Comune, di almeno 700-800 persone che chiedono di poter lavorare. Questo ha innescato una guerra tra poveri. Per cifre così basse sarebbe stato meglio consegnarle direttamente ai comuni per interventi mirati in favore dei più poveri. Si sarebbe vitato quello che sta succedendo”.

 

 


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