In un'intervista al sito ufficiale, il difensore rosanero ha descritto il suo stato d'animo in questo periodo di stop forzato. Un momento che il centrale nato in provincia di Brescia, emotivamente e a distanza dai familiari, sta vivendo in maniera particolare
Palermo, voglia di tornare alla normalità Lancini: «Maglia e campo, non vedo l’ora»
È ovviamente a Palermo perché, come i compagni, ha rispettato alla lettera l’isolamento ‘suggerito’ dalla società ma, essendo nato nella provincia di Brescia, Edoardo Lancini dal punto di vista emotivo sente in maniera particolare questa emergenza sanitaria. Con il corpo nel capoluogo siciliano ma con la mente, molto spesso, alla Lombardia (la regione italiana più colpita dal Coronavirus) assieme ai familiari e ai suoi affetti. «Sto vivendo questo periodo con grande preoccupazione – ha ammesso il difensore rosanero in un’intervista rilasciata al sito ufficiale – i miei genitori abitano in provincia di Brescia ad Urago d’Oglio, sono sempre in contatto con amici e parenti e fortunatamente stanno tutti bene. Nessuno era pronto ad una situazione simile, personalmente mi dispiace essere lontano dai miei cari ma, adesso più che mai, non bisogna mollare e fare ancora uno sforzo restando ognuno a casa propria».
Anche l’esperienza può diventare, in questi casi, un serbatoio prezioso da cui attingere: «Gli insegnamenti del calcio mi hanno aiutato ad affrontare queste difficoltà con disciplina e forza mentale. C’è sempre il timore che il contagio del virus possa degenerare al Sud come è successo al Nord – ha aggiunto – ma la speranza è che tutto ciò possa finire al più presto e che il sacrificio di chi è stato colpito direttamente da questa tragedia non sia stato vano. È fondamentale rispettare le regole, per proteggere noi stessi e chi è più vulnerabile. C’è tanta voglia di tornare alla vita normale anche se all’inizio credo che saremo condizionati e diffidenti, magari ci vorrà del tempo ma certamente ognuno di noi resterà segnato da questa esperienza».
È una fase che sta stravolgendo abitudini e stili di vita e che richiede sacrifici e rinunce da parte di tutti: «Mi reputo un ragazzo tranquillo – spiega il numero 19 rosanero che il prossimo 10 aprile compirà ventisei anni – mi piace stare in casa anche se è ovvio che non vedo l’ora di potere riassaporare la libertà all’aria aperta. Mi mancano la mia fidanzata Paola e i miei amici. Sono fortunato perché abito assieme a Martinelli, abbiamo un bellissimo rapporto. Se fossi stato da solo sicuramente sarebbe stata più dura. Con i compagni di squadra ci sentiamo ogni giorno sul nostro gruppo WhatsApp, non è facile stare lontani perché sono una seconda famiglia. Come trascorro il tempo? Mi diverto a seguire le dirette Instagram, in questo Pelagotti (che ieri pomeriggio ha avuto un filo diretto con l’ex portiere e capitano rosanero Sorrentino ricevendo anche una vera e propria investitura, ndr) è il numero uno, quando appenderà i guantoni al chiodo potrebbe avere un futuro da showman. Sto leggendo molti quotidiani sportivi per tenermi informato sulle conseguenze di questa emergenza sul mondo del calcio e dispiace constatare che anche in un momento triste come questo non si perde occasione per scatenare polemiche di ogni tipo».
Polveroni che, in ogni caso, non toccano il territorio calcistico rosanero percepito da Lancini come un’oasi di serenità: «Ci sentiamo protetti e abbiamo il privilegio di avere alle spalle una società forte, competente e ambiziosa. Il nostro club ha un’organizzazione e un management da serie A. Oltre le competenze professionali c’è molta umanità, dal magazziniere al presidente Mirri che ci vuole bene come figli e siamo sempre nei suoi pensieri. È stata una piacevole scoperta per me, mentre le grandi qualità dei direttori Sagramola e Castagnini le conoscevo da tempo: a tal proposito voglio dedicare un pensiero speciale al nostro direttore sportivo che pochi giorni fa ha perso la sorella (lutto al quale ha partecipato la società con un messaggio di cordoglio pubblicato sul sito, ndr). Dentro lo spogliatoio il nostro è un gruppo forte e unito, sono convinto che in futuro possa dimostrare il proprio valore anche in categorie superiori».
L’obiettivo della squadra, adesso, è quello di tornare alla normalità e ritrovare le condizioni per potere pensare solo alle vicende calcistiche: «Ad emergenza superata – conclude il centrale difensivo che in questo campionato ha collezionato finora 23 presenze impreziosite da due gol e un assist – spero si trovi una soluzione per terminare sul campo la stagione, ovviamente con la garanzia di poter disputare le gare in totale sicurezza. Sogno di potere indossare la maglia rosanero al più presto, giocare le ultime otto gare e vincere il campionato, per noi e per i nostri meravigliosi tifosi. È tutto quello che voglio. Sono orgoglioso di essere un calciatore del Palermo».