Il tecnico si sofferma sullo scontro al vertice in programma sabato allo stadio Benito Stirpe. Gara che lo staff rosanero sta preparando con l'incognita legata ai recuperi e alle condizioni dei giocatori reduci dagli impegni con le nazionali. In porta è in forte dubbio Posavec alle prese con una contusione all'avambraccio destro
Palermo, Tedino e la gara con il Frosinone «È una tappa delicata ma non è un bivio»
Dall’emergenza all’abbondanza. In vista della gara in programma sabato sul campo del Frosinone, l’allenatore rosanero Bruno Tedino ha un ventaglio di scelte certamente più ampio rispetto alla sfida giocata domenica scorsa al Barbera contro il Parma in virtù del rientro in sede dei giocatori reduci dagli impegni con le rispettive nazionali. Secondo il tecnico, tuttavia, parlare di normalità o di gruppo al completo è una forzatura nel momento in cui la preparazione della partita è condizionata dai recuperi dei tanti elementi che hanno dovuto affrontare lunghi viaggi. «Ci piacerebbe lavorare a pieno regime – ha ammesso l’allenatore friulano – non c’è abbondanza in questo caso perché dovremo valutare le condizioni dei giocatori reduci da impegni con le Nazionali e da lunghi spostamenti. Non sappiamo come stanno e parlerò con loro domani per capire i margini di recupero. È come se in un’orchestra mancassero alcuni strumenti. Arriveranno, certo, ma intanto bisogna pure provare qualcosa».
L’incognita relativa allo stato di salute post-nazionale di diversi rosanero scombina i piani di Tedino durante la marcia di avvicinamento allo scontro al vertice contro i ciociari. Gara che, soprattutto dal punto di vista psicologico, potrebbe dare un indirizzo preciso alla stagione del Palermo: «Ma io non parlerei di bivio – ha puntualizzato il tecnico – si tratta di una tappa delicata contro un avversario forte e su uno dei campi più difficili della serie B ma in palio ci sono sempre tre punti. Sappiamo di affrontare una squadra con dei meccanismi collaudati e con un attacco molto temibile. Proveremo a contenerli cercando di stare molto attenti in fase difensiva e disputando una gara caratterizzata da equilibrio, coraggio e intensità lavorativa. I meriti del loro tecnico? Moreno Longo è un ottimo allenatore – ha aggiunto – una persona che vive il calcio con passione e che nel recente passato, come ad esempio sulla panchina della Primavera del Torino, ha valorizzato tanti giovani». Allo stadio Benito Stirpe, come si evince dai segnali provenienti dalla seduta sostenuta dalla squadra questa mattina al Tenente Onorato, Tedino potrebbe rispolverare un sistema di gioco con la difesa a tre. Formula accantonata domenica scorsa in occasione del match contro il Parma: «Più dei moduli contano gli sviluppi e i principi di gioco. Se c’è un avversario in grado di scodificare ciò che hai codificato sei morto. A questo proposito mi piace ricordare il modello Roma del primo Spalletti, la squadra che giocava con Totti finto centravanti e che creava tantissime occasioni da gol con giocatori che si muovevano senza dare punti di riferimento».
Zoom sulla probabile formazione: in porta bisogna sciogliere il nodo Posavec alle prese con un trauma contusivo all’avambraccio destro rimediato nella parte finale dell’allenamento di ieri. «Possiamo tirare un sospiro di sollievo perché ci aspettavamo qualcosa di serio, in base alla dinamica dell’infortunio, e invece i primi esami hanno scongiurato lesioni – ha spiegato Tedino – oggi pomeriggio, in ogni caso, effettuerà altre indagini strumentali. Non so se sarà a disposizione ma, come successo anche per altri giocatori, non avrebbe senso essere imprudenti o correre dei rischi che si possono evitare». In attacco, invece, è molto probabile l’impiego del macedone Trajkovski galvanizzato dai due gol realizzati con la sua Nazionale nei giorni scorsi nelle gare di qualificazione Mondiale contro Italia e Liechtenstein: «Ribadisco che Trajkovski è un giocatore che noi stimiamo molto e che secondo me ha le qualità per farci svoltare. Ha grandi potenzialità e noi stiamo facendo il possibile per aiutarlo ma anche lui deve fare qualcosa per compiere il salto di qualità correggendo ad esempio qualche difetto, uno su tutti la discontinuità». Sul fronte offensivo, inoltre, è da valutare la piena efficienza di Coronado: «Sta bene clinicamente ma non è al top. Lo ringraziamo perché sta dimostrando grande attaccamento alla maglia in un momento in cui non è in condizioni stratosferiche dal punto di vista fisico». Dare continuità ad un certo tipo di situazioni e di interpreti potrebbe avere dei vantaggi. Motivo per cui, a centrocampo, il polacco Dawidowicz resta in prima fila: «Lui e gli altri polacchi sono giocatori molto bravi, intelligenti e disponibili. Il loro unico problema, al momento, è quello dell’immediatezza della comprensione di messaggi calcistici durante la partita».