Da tanto tempo non si vedevano così tanti palermitani scendere per strada a manifestare solidarietà ad un magistrato. Oggi è successo. Una folla che ha commosso lo stesso Pm: «Io non so cosa accadrà, ho soltanto una speranza nel cuore, che conserverete sempre questa passione civile. Mi rivolgo soprattutto ai giovani»
Palermo si sveglia per Di Matteo In duemila al corteo di solidarietà
Era davvero tantissimo tempo che non si vedevano così tanti palermitani scendere per strada a manifestare solidarietà ad un magistrato. Oggi è successo. Almeno duemila i cittadini che hanno partecipato al corteo organizzato per esprimere vicinanza a Nino Di Matteo, e a tutti i magistrati responsabili del processo sulla trattativa Stato-mafia.
Da Piazza Croci, fino al Palazzo di Giustizia, i palermitani hanno fatto sentire la loro voce. Alla manifestazione, promossa dai comitati Agende rosse e Scorta civica, hanno aderito molti studenti, Addiopizzo, Libero Futuro, l’Anpi e tanta gente comune.
«Via D’Amelio strage di stato» si leggeva su una grande striscione. E, ancora, su un altro: «Ammazzateci tutti», o «Siamo tutti con Di Matteo». Una folla, forse inaspettata, sicuramente insolita per una città che in tante occasioni è sembrata dormiente, che ha commosso lo stesso Di Matteo:
«I Siciliani continuando a combattere riusciranno a debellare la mafia» ha detto il magistrato, sceso a sorpresa in strada, quando, davanti al palazzo di Giustizia di Palermo, è arrivato l’affollato corteo. «Grazie per questo sentimento di stima e di solidarietà – ha aggiunto – che dimostra che la Sicilia sta proseguendo la sua lotta».
«Io non so cosa accadrà – ha continuato Di Matteo -, ho soltanto una speranza nel cuore, che conserverete sempre questa passione civile. Mi rivolgo soprattutto ai giovani. Ho la speranza che non vi adeguerete mai all’andazzo prevalente di un Paese sempre piu’ indifferente alla giustizia, di un Paese troppe volte insofferente alla verità, all’indipendenza della magistratura, alla tutela vera dei valori costituzionali. Ho questo sogno nel cuore. Solo voi cittadini, in particolare voi giovani cittadini, avete la possibilità di cambiare, di sconfiggere la mafia, la corruzione, la mentalità mafiosa,dell’appartenenza, del potere fine a se stesso. Comunque vada avrete combattuto per rendere più libero e giusto il nostro Paese e sara’ stata una giusta battaglia».
Tanti gli attestati di stima al magistrato: «Stare accanto al pm antimafia Nino Di Matteo è un dovere civico ancor prima che politico e la città di Palermo ha risposto benissimo a questa sollecitazione. – dice Mimmo Cosentino, segretario regionale di Rifondazione Comunista Sicilia – La presenza al corteo di migliaia di ragazzi è stata la risposta migliore che si poteva dare a chi vorrebbe instaurare un clima di paura facendoci tornare indietro di anni».
Al corteo anche una nutrita rappresentanza di Italia dei Valori, guidata dal vicesegretario regionale Paolo Caracausi, dalla responsabile del laboratorio legalità Valeria Grasso e dal capogruppo al comune di Palermo Filippo Occhipinti: «La nostra presenza al fianco di migliaia di giovani è la testimonianza che il nostro partito è vicino ai tantissimi magistrati impegnati nella lotta alla mafia e al malaffare – dice Paolo Caracausi – invitiamo i giudici della procura di Palermo a non abbassare la guardia e a continuare nel contrasto alla criminalità organizzata. Noi non li lasceremo soli».
E c’era anche il Sindaco, Leoluca Orlando: «Ringrazio tutti i cittadini palermitani che oggi hanno partecipato a questa manifestazione. La mia presenza e quella della città accanto a Di Matteo e un diritto-dovere, fondamentale elemento di vicinanza e tutela. Il nostro impegno è quello di non abbassare la guardia nel contrasto di ogni forma di criminalità».
Proprio ieri, intervistato da Meridionews, Sebastiano Ardita, attualmente procuratore aggiunto a Messina, e difensore proprio di Nino Di Matteo davanti al Consiglio superiore della magistratura, aveva auspicato un atto di coscienza da parte delle istituzioni:«Prima di tutto ci sono le minacce e gli ordini di morte che sono veramente inquietanti, ma la cosa che più preoccupa è il fatto che sembra di essersi addormentati. Trascorsi vent’anni dalle stragi si dimenticano i rischi che si corrono a Palermo. In questo momento dalle istituzioni ci sarebbe bisogno di un atto di coscienza».