Nella sinistra di palermo, non tutti la pensano allo stesso modo. E quando parliamo di sinistra non parliamo del pd, forza politica, che ormai naviga in una condizione di indeterminatezza ideologica. Per sinistra intendiamo i partiti legati ad una idea precisa di società e di rappresentazione della realtà economica: in altre parole le forze politiche che, storicamente, hanno difeso i diritti dei più deboli. Questi partiti hanno un nome: rifondazione comunista, sel di niki vendola, verdi e tutto il cartello dei movimenti che ruotano attorno a questo mondo. In questa sinistra, ovviamente, c'è anche italia dei valori che in città ha il suo leader in leoluca orlando e, naturalmente, il movimento un'altra storia di rita borsellino.
Palermo, Sel non ci mette la faccia
Nella sinistra di Palermo, non tutti la pensano allo stesso modo. E quando parliamo di sinistra non parliamo del Pd, forza politica, che ormai naviga in una condizione di indeterminatezza ideologica. Per sinistra intendiamo i partiti legati ad una idea precisa di società e di rappresentazione della realtà economica: in altre parole le forze politiche che, storicamente, hanno difeso i diritti dei più deboli. Questi partiti hanno un nome: Rifondazione comunista, Sel di Niki Vendola, Verdi e tutto il cartello dei movimenti che ruotano attorno a questo mondo. In questa sinistra, ovviamente, c’è anche Italia dei Valori che in città ha il suo leader in Leoluca Orlando e, naturalmente, il movimento Un’Altra storia di Rita Borsellino.
Ebbene succede che ieri abbiamo intervistato il coordinatore provinciale di Sel, Sergio Lima. Una chiacchierata che non è piaciuta a molti simpatizzanti di questo partito. Che, ricordiamo, fino alla celebrazione delle famigerate primarie del centrosinistra, ha sempre fatto parte della sinistra. Qualche settimana dopo la controversa ‘consacrazione’ di Ferrandelli a vincitore delle primarie, ha cambiato linea politica. Per la cronaca, tutti i partiti della sinistra di Palermo hanno contestato i risultati di quelle primarie. Tra i contestatori c’era anche Sel. Che ha poi cambiato linea politica per allearsi con il Pd di Antonello Cracoli e Beppe Lumia nel sostegno a Ferrandelli.
Una giravolta che ha causato non pochi malumori all’interno dello stesso Sel. Tanto è vero che dopo la nostra intervista, siamo stati tempestati di telefonate e da email, da parte di tanti militanti e simpatizzanti, che non condividono le affermazioni e le scelte di Lima. Ad esempio, non sarebbe vero che a decidere a favore dell’appoggio a Ferrandelli, sarebbe stata la maggioranza. Perché in molti, per protesta, avrebbero abbandonato la riunione.
E c’è addirittura chi, nelle email che abbiamo ricevuto, ha precisato che, senza fare rumore, per non danneggiare il partito, comunque non voterà per Ferrandelli. Del resto, ci fanno notare, che la situazione all’interno di Sel di Palermo, non sia proprio tranquilla, lo dimostra il fatto che tanti personaggi storici vicini al partito di Vendola non hanno presentato la propria candidatura nella lista per il rinnovo del consiglio comunale. Un messaggio preciso: nessuno di questi ha voluto mettere la propria faccia vicino a quella d Cracolici, Lumia e Ferrandelli: da Salvo Lipari, a Salvo Trncale, da Saverio Cipriano, a Ciccio Cantafia, ad esempio.
I simpatizzanti non hanno proprio digerito la candidatura di Lima alla presidenza dell’Ottava circoscrizione, considerata come una sorta di inciucio consociativo tra il Pd di Cracolici e Sel. Uomo forte del governo regionale, Cracolici è oggi, il dirigente cittadino che sta dettando legge nella decisioni sulle candidature alle circoscrizione.Tanto è vero che ha candidato pure il fratello. Rari sono, invece, i candidati dell’area Lupo e di quel Pd contrario all’alleanza con Lombardo.
Insomma se è vero che, per motivi ancora ignoti, Vendola ha ceduto al Pd, non molti -all’interno di Sel- si aspettavano che il loro leader provinciale, arrivasse ad accordarsi con Cracolici per la sua candidatura. Il malcontento insomma, c’è. Nonostante le parole rassicuranti di Lima. Vendola, dicono a LinkSicilia, non ha potuto dire no per non compromettere la validità dello strumento primarie che nel resto del Paese premia il suo partito, ma non era previsto un accordo così stretto con gli sponsor del governo Lombardo.
Sullo sfondo la convinzione che se Sel avesse continuato sulla strada dell’alleanza con i partiti di sinistra (e non con il Pd), tutti insieme avrebbero rischiato di superare abbondamentemente il 5 per cento (e forse di insidiare lo stesso Pd, che a Palermo non ha mai avuto una grande forza elettorale). Amaro constatare, per i militanti di Sel, che una forza politica di sinistra a Palermo sia stata sacrificata sull’altare di Cracolici, Lumia e Lombardo.
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