Palermo, primarie a ‘coda di topo’

Elezioni primarie del centrosinistra di Palermo in vista delle elezioni comunali della prossima primavera. Sull’argomento, con un comunicato scritto in ‘punta di penna’, Nadia Spallitta, consigliere comunale di Un’Altra storia, il movimento che fa capo a Rita Borsellino, mette in dito sulla piaga, illustrando le ragioni, squisitamente politiche, di un probabile fallimento.
“Il dibattito ancora aperto sull’opportunità o meno di svolgere una consultazione preliminare per l’individuazione di un candidato unico del centrosinistra, le primarie per l’appunto – scrive Nadia Spallitta – presuppone rapporti di correttezza e lealtà tra partiti e candidati, il ritorno ad un concetto etico della politica, trasparenza nelle scelte, condivisibilità di principi e programmi, tale che il candidato scelto possa davvero rappresentare la sintesi degli altri competitori. A me sembra che, al momento, manchi ancora tutto questo”.
“In primo luogo perché, anche a causa della crisi dei partiti e della loro rappresentatività, fatta eccezione per Rita Borsellino e Leoluca Orlando – osserva ancora l’esponente di Un’Altra storia, che è anche vicina a Sel di Niki Vendola – molti candidati appaiono per lo più rappresentativi di se stessi, e comunque non è ben chiaro, anzi è spesso molto confuso, il quadro dei valori di riferimento, la tipologia e le modalità di attuazione di un programma politico. E’ ovvio che chiunque possa essere legittimato a candidarsi, ma ciò può riguardare l’elezione al primo turno, mentre più delimitati, a mio avviso, sono gli ambiti di partecipazione alle primarie di una coalizione”.
Insomma, sembra dire Nadia Spallitta, siamo sicuri che tutti questi candidati lavorino per l’unità del centrosinistra? O, forse, qualcuno di loro lavora per dividere il centrosinistra, magari per appoggiare esperienze politiche e di governo trasformiste e truffaldine? “Per potere essere inseriti all’interno del percorso delle primarie – dice l’esponente vicina a Rita Borsellino – si deve anche essere espressione chiara di interessi riconoscibili e identificabili, di cui partiti o movimenti siano portatori. Senza nulla togliere alla bontà degli intendimenti, per esempio, credo che non sia ben chiaro chi siano, che progetto abbiano e con chi intendano realizzarlo, le ‘sedie volanti’ che candidano la collega Antonella Monastra, così come non so chi all’interno del cosiddetto polo civico appoggi , e con quali finalità e disponibile a quali coalizioni, il consigliere Fabrizio Ferrandelli. O, ancora, di quale parte del Pd sia realmente espressione il collega Davide Faraone. In altre parole, il cittadino di centrosinistra dovrebbe essere chiamato a votare al buio, senza alcuna certezza su ciò che poi farà il candidato scelto, con le conseguenti ricadute sia in termini di coerenza, che di progetto politico”.
Nadia Spallitta va sul soft, anche se mette il dito nella piaga lo fa con ‘delicatezza’. Noi, che delicati non siamo, diciamo subito che ad ‘inquinare’ – politicamente parlando, s’intende – la competizione elettorale è la parte del Pd che fa capo ad Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia. I due, in combutta con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, hanno un problema: difendere ciò che è indifendibile e cioè il governo Lombardo ‘spa’, del quale Cracolici e Lumia sono ‘soci’. Essendo sicuri che, partecipando direttamente, o con un proprio esponente, perderanno elezioni e faccia, i tre stanno cercando di ‘vampirizzare’ un candidato che ci metta la faccia al loro posto. E lo avrebbero trovato in Fabrizio Ferrandelli. Ovviamente, tutti i protagonisti di questa sceneggiata negano ciò che è sotto gli occhi di tutti. Ma la verità, nuda e cruda, è che Cracolici, Lumia e Lombardo – che ormai è il vero ‘leader’ del Pd siciliano, visto a che, a un suo cenno, dall’agenda del Pd dell’Isola è sparito il referendum che avrebbe dovuto consentire alla base del Pd di esprimersi proprio sullo stesso governo Lombardo – vorrebbero utilizzare le primarie per eliminare la candidatura di Rita Borsellino.
“Le primarie – dice sempre Nadia Spallitta – non possono essere strumento per dare visibilità, o per trattare eventuali futuri ruoli istituzionali. Se vogliamo riconquistare un vero dibattito democratico, e salvaguardare la funzione di questo strumento, all’interno delle primarie dovrebbero partecipare solo coloro che possono inserirsi in un contesto condiviso e concertato di valori di centrosinistra, tale da assicurare – prima del voto – la certezza del progetto politico e dei soggetti che a questo progetto daranno vita”.
Della serie: che cosa c’entrano Lombardo e il suo governo regionale con il centrosinistra?

 

Giulio Ambrosetti

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