Palermo, pressione fiscale alle stelle e servizi pessimi

“Nei prossimi giorni il Consiglio comunale di Palermo è chiamato ad esprimersi sul Rendiconto relativo all’esercizio finanziario 2012, un documento contabile che, secondo i revisori dei conti, registra, ancora, alcune criticità derivanti dalla pregressa gestione finanziaria”.

Lo rende noto il vice presidente vicario del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta.

“Il bilancio 2012 del Comune – osserva Spallitta – come da rendiconto, è pari a circa 1 miliardo 387 milioni di euro. Con riferimento alle entrate, circa 340 milioni hanno natura tributaria, con un aumento consistente della pressione fiscale. In altri termini, circa un quarto delle entrate di bilancio deriva dal gettito fiscale”.

Ed esattamente: 140 milioni di euro dalla Tarsu; 54 milioni di euro dall’addizionale Irpef; 102 milioni di euro dall’Imu; 13 milioni di euro per permessi per nuove costruzioni; 5 milioni di euro per la Tosap; 2 milioni di euro derivano dalle sanatorie e solo 40 mila euro dalle pubbliche affissioni.

Guadati saltano subito agli occhi. Il primo dato – il più grave – è che i cittaddini palermitani, nel 2012, hanno pagato 140 milioni di euro per avere l’immondizia per le strade e l’inquinamento da diossina, tenuto nascosto dalle autorità (comprese le autorità comunali) a causa dell’incendio di Bellolampo.

Il secondo dato è che le affissioni portano nelle ‘casse’ del Comune un gettito risibile. Come mai?

Ma proseguiamo l’esame del consuntivo 2012. “I trasferimenti Stato Regione – dice sempre Nadia Spallitta – ammontano a circa 446 milioni di euro, con una contrazione di circa 80 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente e inverosimilmente nessuna entrata è stata accertata e impegnata in relazione a fondi comunitari e internazionali, per la totale assenza, da parte della precedente amministrazione, di ogni progettualità, rivolta all’acquisizione di fondi europei. In un contesto di crisi è stata irresponsabile la mancata acquisizione di risorse, pur disponibili, quali quelle derivanti dalla programmazione comunitaria, che avrebbero potuto e potranno, in futuro, rappresentare un indispensabile volano per il rilancio dell’economia locale”.

“Dal quadro dei revisori dei conti – evidenzia sempre la vice presidente vicaria del Consiglio comunale – emerge una notevole discrasia tra i costi di gestione dei servizi e le relative entrate: così, ad esempio, musei e spazi espositivi costano circa 2,5 milioni di euro nel 2012, ma determinano entrate per 100 mila euro”.

La stessa cosa avviene con gli impianti sportivi della città: costano 4 milioni di euro con entrate che si fermano a 460 mila euro. Sarà compito della nuova amministrazione migliorare i servizi e contenere i costi”.

 


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