Palermo, polemiche (vacue) per la pubblicità in Cattedrale. La Curia ha ragione e il Comune ha torto marcio

LO SPONSOR TIRA FUORI I SOLDI CHE IL COMUNE DI PALERMO E LA REGIONE SI SONO ‘MANGIATI’ FORAGGIANDO I PRECARI. SE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E’ AL VERDE E’ GIUSTO CHE INTERVENGANO I PRIVATI

Sulla rete si discute se, a Palermo, sia giusto o sbagliato fare pubblicità su un ponteggio dei lavori in corso in Cattedrale. La pubblicità è quella di Ultrafibra Fastweb. Un grande cartellone nero con scritte gialle, che copre parte della facciata principale del Duomo.

L’immagine pubblicitaria è stata piazzata lì dallo sponsor dei lavori – cioè da chi tira fuori i soldi – con il placet della Curia. Come sempre avviene in questi casi, l’opinione pubblica è divisa. C’e’ chi parla di ”oscenità”. E c’è chi, invece, allarga le braccia e, sospirando un po’, spiega che ”i soldi degli sponsor servono a preservare i monumenti e le opere d’arte”. (a sinistra, foto tratta da corrieredelmezzogiorno.corriere.it)

Sulla vicenda è intervenuto anche il Comune di Palermo. E cioè il Sindaco, Leoluca Orlando, e l’assessore alle Attività produttive Marco Di Marco (ma quali sarebbero, a Palermo, questa “Attività produttive”?). Sindaco e assessore hanno chiesto agli uffici competenti una ”urgente relazione di verifica sulla legittimità degli impianti pubblicitari realizzati sulla facciata della Cattedrale, disponendo ”l’immediata revoca di eventuali autorizzazioni rilasciate in violazione del regolamento comunale e prive del nulla osta della Sovrintendenza per i beni culturali”.

”Proprio in questi giorni – fa sapere l’assessore comunale alla Cultura, Francesco Giambrone – in cui siamo impegnati nel recupero del decoro di tutti i monumenti cittadini è importante che non vi siano utilizzi non avallati dalle autorità competenti in materia di tutela dei beni monumentali”.

L’architetto Lina Bellanca della soprintendenza di Palermo, infatti, al Giornale di Sicilia on line spiega: ”Abbiamo autorizzato l’installazione del ponteggio nella Cattedrale di Palermo per salvaguardare il portico meridionale. Come si sa il monumento aveva necessità di una ristrutturazione poiché a causa di infiltrazioni erano caduti frammenti dalla volta. La scelta di mettere lo sponsor è legittima, visto che la società ha deciso di finanziare le opere, chiedendo di potere esporre il cartellone pubblicitario”.

”Senza soldi non si canta messa – aggiunge la soprintendente di Palermo, Maria Elena Volpes che precisa di aver dato il permesso solo per il ponteggio -. Ma dobbiamo superare l’atteggiamento snob di chi storce il naso davanti a queste iniziative. Abbiamo chiesto più volte di avere soldi per ristrutturare il portico. Ma soldi per questi lavori non ce ne sono. Quindi ben vengano sponsor disposti a versare soldi per restituire l’antica bellezza ai nostri monumenti che sappiamo non vivono di ottima salute. Un’operazione identica l’avevo proposta per Porta Nuova”.

Cosa pensa di questa storia LinkSicilia? Che la Regione siciliana e il Comune di Palermo non sono titolati a dare lezioni di ‘moralità’ a nessuno. Tanto meno sulla tutela dei beni culturali.

Proprio qualche giorno fa, sulle pagine di questo giornale, abbiamo denunciato l’abbandono di Palazzo Abatellis e delle opere d’arte custodite in questo museo. Opere conosciute in tutto il mondo, dalle sculture dei Gagini ai dipinti di Antonello da Messina, lasciate al caldo umido e al freddo, altrettanto umido, senza un impianto per mantenere costante umidità e temperatura.

Ebbene, a parte un’interrogazione al Governo della regione del gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle (si tratta di un museo regionale), di Palazzo Abatellis, a Palermo, non gliene frega niente a nessuno. Siamo sicuri che, se facciamo un giro per la città, la stessa scena la troveremo in altri luoghi d’arte che andrebbero invece preservati.

Improvvisamente, gli attuali amministratori comunali scoprono il “decoro”. Tutte minchiate. Il Comune, in versione “Sepolcro imbiancato’, polemizza con la Curia perché i rappresentanti delle due istituzioni, da qualche tempo, non si ‘prendono’. E precisamente da quando, in occasione del Gay Pride, gli organizzatori hanno proiettato sulla Cattedrale immagini non esattamente ‘religiose’.

In quell’occasione il Comune di Palermo ha sbagliato. Ma non ha chiesto scusa. Ora ne stanno approfittando per restituire pan per focaccia. Atteggiamento un po’ miserabile.

La Curia di Palermo ha fatto bene a far restaurare la Cattedrale con i soldi dei privati. Anche perché sia il Comune di Palermo, sia la Regione, sono in ‘bolletta’.

Ma se fosse solo una questione di soldi, beh, sarebbe poco. In realtà, l’incuria verso la cultura, a Palermo, è atavica. Un impianto per mantenere temperatura e umidità costante in un museo non costa molto. Eppure a Palazzo Abatellis non c’è. E non ci sembra che il Comune e la Regione si siano preoccupati di ciò. Lo ribadiamo: se facciamo un giro per altri luoghi della ‘cultura’ della città scopriremmo cose anche peggiori.

Per non parlare di tutti i monumenti di Palermo dove – con la sola eccezione di Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano – non ci sono custodi di parlano, non diciamo tre lingue oltre all’italiano, ma magari l’inglese, Nulla di nulla.

Come abbiamo raccontato lo scorso anno, alla Zisa una turista inglese ha trovato un gruppo di ‘custodi’ (ah i precari…) che ‘schiticchiavano’. Altro che lingue inglese!

Insomma il Comune di Palermo dovrebbe evitare i affrontare certi argomenti…

 


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