Palermo, nuova ‘stangata’ per i cittadini: aumenta la tassa sui rifiuti

COSI’ HA DECISO IL SOLITO CONSIGLIO COMUNALE CON LA CONNIVENZA DEI SINDACATI. CRITICI IL PD E ITALIA DEI VALORI

Al di là delle chiacchiere il Comune di Palermo sta preparando – con la connivenza dei sindacati che tacciono o acconsentono – una nuova stangata per i cittadini. Questa volta non è l’Imu sulla prima casa, ma la tassa sull’immondizia che aumenterà spaventosamente per salvaguardare le clientele che, dalla precedente Amministrazione si sono trasferite, armi e bagagli, nell’attuale Amministrazione comunale.

Chi finge di non vedere quello che sta succedendo a Palermo è la Cisl che, per bocca di Dionisio Giordano, Segretario regionale Fit Cisl Ambiente e Mimmo Milazzo Segretario Cisl Palermo Trapani, standono i tappeti rossi ai nuovi tassaiuoli di Palazzo delle Aquile:

“Accogliamo con soddisfazione l’approvazione in Consiglio comunale del contratto di servizio di Rap, l’ultimo rinnovo economico risaliva al 1999, finalmente dopo tanti anni l’amministrazione comunale ha deciso di adeguare le disponibilità economiche di un’Azienda cosi fondamentale per la città, dato che gestisce il servizio di igiene ambientale e manutenzione strade”.

“Il Consiglio comunale di oggi – dicono i due sindacalisti, che con molta probabilità sono dentro le vicende della Rap, la società che ha preso il posto dell’Amia nella gestione dei rifiuti di Palermo – rispetto a quelli del passato ha ben compreso che Palermo ha bisogno di un servizio efficiente di raccolta senza sofferenze e senza le pesanti emergenze che degradano l’immagine della città”.

Giordano e Milazzo dicono che “per i lavoratori è un sospiro di sollievo: siamo convinti che se nel passato il contratto fosse già stato adeguato, molto probabilmente Amia non sarebbe giunta al fallimento. Ora ci auguriamo che questo passato possa servire ad evitare errori nel presente e nel futuro”.

 

Un po’ meno sollievo per i cittadini palermitani che verranno massacrati dalle tasse per i rifiuti.

Giordano e Milazzo concludono esprimendo “cautela, al momento, sull’aspetto che riguarda l’aggravio economico che peserà sull’Azienda, e non più sul comune, che giungerà dagli eventuali contenziosi giudiziali che derivano dalla manutenzione delle strade e dai sinistri legati allo stato del manto. Un fatto nuovo le cui conseguenze economiche potremo valutare solo successivamente, ci auguriamo che questo aspetto non disallinei i conti dell’Azienda”.

“Il contratto di servizio della Rap, così come impostato e costruito, ci preoccupa per il futuro dei dipendenti e della azienda stessa”, affermano i consiglieri di Italia dei Valori, Filippo Occhipinti e Paolo Caracausi.

“Abbiamo sin dall’ inizio manifestato il nostro disappunto – proseguono i due consiglieri comunali – su di un contratto costruito senza un piano industriale e quindi senza una vera visione del futuro dell’azienda e della qualità dei servizi da espletare e che fa una inevitabile commistione tra servizi strumentali e servizi essenziali. Un contratto, quindi, non valutabile per esprimere un giudizio serio e che se impugnato, ci auguriamo di no, potrebbe essere dichiarato nullo rendendo vano tutto lo sforzo fatto con conseguenze disastrose”.

“Un contratto – proseguono Occhipinti e Caracausi – che ha il sapore di una vittoria di Pirro, si è vinta una battaglia ma la guerra è ancora lontana da’ essere vinta: una città più pulita e ai livelli delle più belle città europee. Ci auguriamo che i lavoratori ma sopratutto i dirigenti prendano atto che hanno ricevuto un ennesima grande fiducia da parte di tutti i cittadini e che la Rap comincia a soddisfare i veri azionisti della società: i cittadini palermitani che con il pagamento della tassa dei rifiuti permettono il mantenimento della azienda”.

Molto critico il consigliere comunale del PD, Sandro Leonardi:

“Abbiamo dato battaglia sul nuovo contratto di servizio della Rap perché sarà questo a decretare quanta Tari faremo pagare ai palermitani. Questo contratto però non risolverà nessuno dei problemi della vecchia Amia perché è solo un’operazione di facciata: hanno cambiato il nome all’azienda e aumentato le tasse, senza risolvere criticità o immaginare un vero piano industriale che tagli sprechi e promuova il merito e la produttività. Ma allora qual è la differenza tra Cammarata e Orlando? In cosa questa Amministrazione, che si dice di centrosinistra, è diversa da quella che l’ha preceduta? In niente, è solo un Cammarata ter mascherato. L’unico prezzo, oltre ai cittadini, lo hanno pagato le 77 imprese creditrici che non avranno i soldi che spettano loro, con buona pace dei dipendenti privati”.

“Avevamo presentato degli emendamenti – dicono i consiglieri del PD Luisa La Colla, Fabrizio Ferrara, Loris Sanlorenzo e Sandro Leonardi – per limitare la durata del contratto al 2014, visto che il Ragioniere generale ha dato parere solo per quest’anno, per stralciare la manutenzione stradale vietata per legge, per incrementare la differenziata del 5%, la trasparenza aziendale e la tracciabilità, per coinvolgere le associazioni no profit sul riuso dei beni, per dotare l’azienda di un impianto di compostaggio e di selezione guadagnando con la differenziata, tutti bocciati. Ma questa maggioranza aveva un solo obiettivo: aumentare le tasse ai palermitani, incurante dei problemi che restano irrisolti e con cui questa amministrazione sarà chiamata a fare i conti”.

 


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