Palermo, invece di togliere l’immondizia, tolgono ‘u pani ca meusa…

Pane ca meusa (panno con la milza)? No, grazie. Panelle, crocchè e raskatura? Il fritto è pesante. Spincione del Capo? Indigesto. Frittola? Per carità, chissà che carne ci mettono! Musso? Chi sarà mai questo sconosciuto? Stigghiole? Giammai! Insomma, a Palermo il cibo da strada deve scomparire. Parola del Sindaco, Leoluca Orlando, che ieri ha firmato l’ennesima ordinanza con cui estende le aree cittadine in cui è vietato il commercio itinerante.

Al nostro primo cittadino, con il passar degli anni, è passata anche la voglia di assaporare i cibi che accompagnano i palermitani – e non soltanto loro – da decenni, anzi da centinaia di anni. Provate a chiedere a un non palermitano che ha fatto l’università a Palermo e che magari è tornato nella sua città di origine se conosce il panino con la milza e le altre delizie della cucina da strada. Nove volte su dieci gli si accenderà il sorriso. Ma al nostro Sindaco, chissà perché, tutto questo non piace più.

Ora Orlando ha stabilito che non ci sarà più commercio in via Cavour, (tratto compreso tra P.zza XIII Vittime e P.zza Verdi), Via Spinuzza (tratto compreso tra Via Roma e P.zza Verdi), Via Volturno (tratto compreso tra P.zza Verdi e Via Carini), Via Magione, Via Botta, Via Teatro Garibaldi, Via Castrofilippo, Via C. Rao, Via della Vetreria, Via F. Riso, Via dello Spasimo e tutto il

quadrilatero interno compreso tra la Via Castrofilippo, Via Riso, Via dello Spasimo e la parallela a Via della Vetreria.

Insomma, tutti a dieta, ha stabilitoli Sindaco: ai palermitani non restano che le minestrine con poco sale: niente fritti, niente stigghiole, niente spincione, niente musso, niente panelle: niente di niente.

Si sa, lo street food (cibo da strada) è una caratteristica di tutti i Paesi del mondo, anzi, di tutte le città, grandi e piccole, del mondo. E’ come se New York rinunciasse all’hot dog negli angoli delle strade, come se Tunisi rinunciasse alle bancarelle con il kebab, come se le città del Giappone e della Cina dicessero no alle bancarelle che cuociono, espresse, le ciotole di noodles.

Pensate: ci sono chefs famosi in tutto il mondo che girano le città alla scoperta dei cibi tipici da strada. Perché questi fanno parte dell’identità culturale dei popoli e delle comunità locali. Per esempio, Antony Bourdain, che ha scritto tanti libri in cui racconta le tradizioni gastronomiche legate anche ai cibi da strada.

E Palermo? Non c’è nulla da fare: in un lungo comunicato stampa il Comune di Palermo ricorda ai palermitani tutto l’elenco delle vie nelle quali torna finalmente la borghese educazione: Viale Regina Elena; Piazza Mondello; Via Torre Mondello; Piazza

Antonio Beccadelli; Via Ruggiero Settimo; Via Principe Belmonte (tratto compreso tra Via Roma e Via R. Settimo); P.zza G. Castelnuovo; Via Della Libertà; Piazza G. Verdi; Via Maqueda; Via Roma (fino a P.zza Luigi Sturzo); Via Francesco Crispi (tratto che va da Via Fonderia Oretea a Via Rosario Gerbasi); Via Emerico Amari,tutta; Via Michele Miraglia (tratto che va da Via Emerico Amari a via P.pe di Belmonte); Via Giacomo Leopardi (tratto che va da Via Emanuele Notarbartolo a Via Principe di Paternò); Viale Piemonte (tratto che va da Via Principe di Paternò a Viale Lazio); Via Campania (tratto che va da Viale Lazio a Viale Emilia); Via Trinacria (tratto che va da Viale Emilia a Piazza Giovanni Paolo II); Via Gabriele I3onomo (tratto che va da Via Emerico Amari a via Benedetto Gravina); Via Giuseppe La Masa (tratto che va a Via Benedetto Gravina a Via P.pe di Belmonte); Via Principe di Scordia (tratto che va da Via Benedetto Gravina a via P.pe di Belmonte); Via Michele Amari (tratto che va da Via Emerico Amari a. Via P.pe di Beimonte); Via Riccardo Wagner (tratto che va da Via Emerico Amari a Via P.pe di Belmonte); Via Spezio, tutta; Via Isidoro La Lumia (tratto che va da Via Emerico Amari a Via Filippo Turati); P.zza Ruggiero Settimo e P.zza Castelnuovo; tutta l’area Circoscritta dalle Vie Settembre, Via La Farina, Rzza Antonio Mondini,, Pzza Francesco Crispi, Simone Corleo, Via Gaetano Daita, Via Filippo Turati, Piazza Castelnuovo,; Via Cavur ( tratto compreso tra p.zza XIII Vittime e P.zza. Verdi) Via Spinuzza (tratto compreso tra Via Roma e P.zza Verdi), Via Volturno (tratto compreso tra Piazza Verdi e Via Carini), Via Magione, Via Botta, Via Teatro Garibaldi, Via Castrofilippo, Via C. Rao, Via della Vetreria, Via F. Riso, Via dello Spasimo e tutto il quadrilatero interno compreso tra la Via Castrofilippo, Via Riso, Via dello Spasimo e la parallela a Via della Vetreria.

Che fine faranno tutti quelli che vivevano di questo? Cambieranno lavoro. Con tutto lo sviluppo che c’è a Palermo, che problemi ci sono! L’importante è far trionfare, anche a Palermo, l’ordine teutonico che tanto piace al nostro Sindaco, da sempre innamorato della precisione tedesca.

Poi, diciamolo pure: non era proprio un bel vedere, per i tanti turisti che ogni giorno sbarcano a Palermo dalle navi da crociera, fargli assaggiare le panelle, le crocchè, i panini con la milza, ‘u sfinciuni e ‘u musso: meglio fargli godere l’immondizia e l’intenso aroma che sprigiona. Ma sì, meglio essere europeisti: meglio l’euro, la Bce e una bella dieta…

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Pane ca meusa (panno con la milza)? no, grazie. Panelle, crocchè e raskatura? il fritto è pesante. Spincione del capo? indigesto. Frittola? per carità, chissà che carne ci mettono! musso? chi sarà mai questo sconosciuto? stigghiole? giammai! insomma, a palermo il cibo da strada deve scomparire. Parola del sindaco, leoluca orlando, che ieri ha firmato l’ennesima ordinanza con cui estende le aree cittadine in cui è vietato il commercio itinerante.

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