Il Comune di Palermo non patrocinerà il Pride nel 2024. Si rompe un binomio che ha percorso gli anni, con la manifestazione che ha sempre visto il sindaco di turno sfilare insieme agli attivisti e ai cittadini per le strade del capoluogo. Un segno, quello della bocciatura, che è stato da più parti visto come un cedere al peso delle destre più estreme. Ma non solo. Adesso il sindaco Roberto Lagalla, che al Pride ha offerto il proprio supporto sin da quando era rettore dell’Università di Palermo, si trova tra due fuochi: la propria inclinazione personale, con quella promessa fatta appena eletto: «sui diritti indietro non si torna» e le pressioni che gli arrivano dalla sua maggioranza.
Pressioni che nel caso della Lega si trasformano quasi in una minaccia nelle parole di Sabrina Figuccia, capogruppo leghista in Consiglio: «Mi auguro che il sindaco ricordi ancora quali sono i partiti che hanno permesso alla sua amministrazione di governare la città di Palermo e ponga la giusta attenzione su scelte politiche tanto importanti quanto divisive» dice, non senza rimarcare la distanza tra maggioranza e primo cittadino e il fatto che il partito di Matteo Salvini è maggioranza di governo a Roma come alla Regione, oltre che al Comune.
E mentre dalle opposizioni pungolano i renziani in maggioranza, la replica di Dario Chinnici, esponente di Italia viva, getta ancora più confusione sulla posizione della maggioranza: «La linea dell’amministrazione comunale e del sindaco Roberto Lagalla sul sostegno al Palermo Pride è sempre stata chiara e inequivocabile e non può essere messa in discussione da un ordine del giorno – dice il consigliere di Lavoriamo per Palermo – Un sostegno al Pride che non ha bisogno ogni anno di essere ribadito da ordini del giorno che hanno più il sapore della strumentalizzazione politica alla quale non ci presteremo. Seppur all’interno della maggioranza possano emergere sensibilita’ differenti, nessuno può mettere in dubbio la posizione del sindaco, in coerenza con la sua storia».
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