Palermo, Fincantieri perde l’appalto. Indovina chi se lo prende?

 Fincantieri e’ stata esclusa, a causa di “certificazioni non idonee”, dall’appalto da 45 milioni di euro per la ristrutturazione del bacino galleggiante da 52 mila tonnellate del porto di Palermo. La decisione e’ stata adottata questa mattina dalla Commissione regionale che ha completato, nella sede dell’assessorato alle Attivita’ produttive, la prcedura di gara. La Cimolai rimane, pertanto, l’unica impresa ammessa.

Proprio fortunata questa azienda. E, molto distratta la Fincantieri. Pare, che, come hanno denunciato i sindacati, ce la metta tutta per perdere gli appalti. Cose che capitano.  La Cimolai è la società che, qualche mese fa, si era già aggiudicata l’appalto per la ristrutturazione dell’altro bacino di carenaggio da 19 mila tonnellate, sempre  all’interno del cantiere navale di Palermo.Un  gigante nel settore della realizzazione di grandi opere. E come ha vinto? Semplice, presentando un ribasso del 27% sull’importo dei lavori che ammonta a circa 10 milioni di euro. Ma la Cimolai, guarda caso, è anche un fornitore storico della Fincantieri. Socio di Cimolai è, guarda caso, il cantiere Mariotti cui vanno, guarda caso, tante delle commesse che potevano andare a Palermo. Del caso,  vi avevamo raccontato in questo articolo,  e se ne era  occupata anche  Rai3 con Report, la trasmissione di inchiesta condotta da Milena Gabanelli (questo il link per il video del servizio).

Come dire, vi vuole fortuna nella vita….. E non ne hanno di dipendenti di Palermo che speravano in questo appalto per eviatre esuberi e cassa integrazione.

Puo’ dispiacere questa decisione – afferma l’assessore regionale alle Attivita’ produttive, Marco Venturi – ma l’amministrazione ha fatto tutto quello che doveva e in tempi, tutto sommato, celeri. Abbiamo iniziato l’iter a giugno del 2010 e in 24 mesi siamo giunti all’epilogo con la chiusura dei bandi per la ristrutturazione dei bacini. La legalita’ e il rispetto delle regole sono punti fermi su cui non ci possono essere, e non ci sono, scontri e divergenze di pareri”.

“Certamente – conclude Venturi – colpisce il fatto che un’azienda leader a livello mondiale come Fincantieri non abbia una documentazione completa e certa in grado di farla competere e superare bandi di questo genere, stilati secondo le regole previste dall’Unione europea”.

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