Il settore di qualche divergenza tra l'amministratore delegato e il patron c'era già. Ma i segnali non lasciavano presagire una frattura immediata. Invece Zamparini è alla ricerca di una nuova figura, mentre la squadra si prepara ad affrontare i romagnoli in trasferta
Palermo, è addio con l’ad Cardinaletti A Cesena difesa di emergenza
Il Palermo scalda i motori alla vigilia della trasferta di Cesena ma, in questo caso, la copertina del libro dedicato all’attualità rosanero spetta di diritto ad un colpo di scena sul fronte societario. È terminato il rapporto con l’amministratore delegato Andrea Cardinaletti. L’ex presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo nei prossimi giorni rescinderà il contratto siglato con i rosanero lo scorso mese di luglio. Alla base del divorzio, ufficializzato dal presidente Zamparini, ci sarebbe il malcontento del patron per il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati nell’ambito del piano di rilancio economico-finanziario della società. Non si tratta di un vero e proprio fulmine a ciel sereno perché recentemente c’era stato sentore di qualche divergenza ma, obiettivamente, i segnali provenienti dalla sala dei bottoni non lasciavano presagire una frattura immediata. E invece si volta pagina. Zamparini è alla ricerca di un nuovo amministratore delegato, una nuova figura alla quale affidare la gestione operativa e in grado di portare avanti il lavoro di Cardinaletti che, finora, si è sviluppato anche attraverso i contatti con le istituzioni per la realizzazione del centro sportivo e del nuovo stadio.
La rottura tra Zamparini e Cardinaletti nelle ultime ore ha monopolizzato l’attenzione sovrapponendosi alle vicende tecniche quasi a ridosso della gara contro i romagnoli in programma domani alle 12.30. Un match dai contorni diversi da quelli delineati nelle ultime partite trattandosi della classica gara da battaglia inserita in un contesto ambientale particolarmente infuocato. La compagine di Iachini (uno dei tanti ex di turno) affronterà la penultima in classifica, una formazione relegata in zona retrocessione ma che, grazie al successo interno ottenuto domenica scorsa contro l’Udinese, è tornata in piena corsa per la salvezza. Dopo un impatto traumatico, il tecnico Di Carlo (capitano del Palermo alla fine degli anni Ottanta nel periodo post-radiazione) ha dato una sterzata al cammino della squadra che, nonostante i risultati altalenanti, ha acquisito fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Da non sottovalutare, inoltre, il fattore campo. Una variabile legata sia al rendimento casalingo dei bianconeri capaci ad esempio di battere la Lazio e fermare la capolista Juventus sia, nel caso specifico, alla natura del terreno di gioco in erba sintetica. Una potenziale insidia per i rosanero abituati a giocare su un’altra superficie. E a proposito di insidie potrebbe incidere anche la cabala tenendo conto che, nelle partite disputate all’ora di pranzo, il Palermo ha ingoiato spesso bocconi amari.
Anche per questo motivo i rosanero saranno chiamati a fornire delle risposte importanti. Il copione non cambia: se la compagine di Iachini vuole compiere il salto di qualità e ambire a qualcosa di più importante della semplice salvezza, traguardo ormai ipotecato, deve invertire il trend negativo in trasferta dove finora ha ottenuto 8 punti dei 34 totali. Numeri che inchiodano i rosanero reduci, peraltro, da due sconfitte esterne consecutive. «Noi andiamo in casa e fuori per cercare sempre di fare bene, con lo stesso atteggiamento e la stessa mentalità – ha sottolineato Iachini – Il nostro percorso in trasferta finora è diverso anche a causa di episodi o errori individuali. Abbiamo colpito, inoltre, 13 legni molti dei quali lontano dalle mura amiche, ma siamo sempre andati vicini a portare a casa la vittoria piuttosto che pareggiare o tornare senza punti. Noi andiamo avanti così, sapendo comunque di dovere crescere sul piano della malizia e della furbizia».
Il Cesena, una specie di succursale rosanero tra campo, panchina e staff dirigenziale, troverà oggi un Palermo in emergenza nel reparto arretrato. L’allarme parte dalla zona centrale (out Gonzalez) e coinvolge anche le corsie laterali orfane dei titolari sia a sinistra (Lazaar) sia sulla fascia destra priva dello squalificato Rispoli e dell’infortunato Morganella (il laterale svizzero, operato al ginocchio destro giovedì a Novara, resterà in ospedale fino a domani e da lunedì si trasferirà per la prima fisioterapia presso il Policlinico dello Sport di Verano Brianza). Il rebus difesa a tre o a quattro, dunque, in questo caso prevede una soluzione più facile. La linea a quattro, infatti, diventa una scelta quasi obbligata per Iachini intenzionato, al “Manuzzi” a schierare il modulo ad “albero di Natale” (4-3-2-1). I dubbi sono concentrati a centrocampo: in cabina di regia Maresca sembra favorito su Jajalo nella cerniera a tre completata da uno tra Rigoni e Bolzoni (recuperato da un’infiammazione al tendine che lo ha costretto a saltare le ultime due gare) e Barreto. Salvo novità, il paraguaiano sarà regolarmente in campo e con i gradi di capitano nonostante la “spinta” contraria di molti tifosi che vorrebbero un nuovo “proprietario” della fascia alla luce del mancato rinnovo del contratto e dell’intesa già raggiunta dal giocatore con la Sampdoria: «Barreto sta bene, tutto ok – ha assicurato Iachini – se giocherà sarà lui il capitano. Si allena sempre al massimo, se ci fosse qualche problema ne avremmo parlato. Con Munoz abbiamo preso una strada di un certo tipo ma in questo caso i segnali sono diversi». Idee chiare sul fronte offensivo. Il tecnico darà una nuova chance a Quaison che agirà sulla trequarti con Vazquez a supporto di Dybala.