Il capitano rosanero prova a caricare l’ambiente: «Bisogna vivere la domenica come un premio dopo il lavoro svolto in settimana». Da domani la squadra è in ritiro: «Ci saranno tre gradi – scherza il trequartista – occhio a fare la valigia»
Palermo, Diamanti e la stima verso il mister «De Zerbi è unico per passione e personalità»
«Io mi sento molto bene, mi alleno sempre con grande voglia, professionalità ed entusiasmo, come è normale che sia. Mi sento pronto per giocare i 90 minuti, ma è il mister che prende le decisioni e io devo assolutamente rispettarle». Alessandro Diamanti parla in conferenza stampa cominciando dalla sua condizione fisica. Schierato ultimamente a partita in corso, il fantasista rosanero non si abbatte, anche se ancora non ha trovato la via del gol: «Io vivo tutto con positività, il mio obiettivo è quello di farmi trovare pronto quando il mister mi chiama in causa. Il gol non è ancora arrivato, ma non abbasso la testa. Che devo fare? Io intanto lavoro, solo il lavoro paga e seguendo questa strada magari arriverà. Mi dispiace di non avere ancora segnato, ma la mia speranza è quello di farlo per portare punti alla squadra. Tutti mi vogliono bene, spero di riuscire a sbloccarmi per il bene del Palermo».
Recentemente a fare l’esordio in prima squadra è stato il palermitano Simone Lo Faso, che proprio qualche giorno fa aveva speso parole di elogio nei confronti di Diamanti: «Lo Faso è uno sveglio, uno svelto – commenta il giocatore toscano –. A me piacciono i giovani come lui che hanno voglia di imparare e chiedono consigli. Dimostrano grande voglia, lui ha un grande talento ed è importante che stia sempre sul pezzo. È lui il primo a sapere che non ha fatto ancora nulla, ma lo vedo come uno molto intelligente e sono convinto che sia sulla buona strada». A guardare la classifica, con la squadra in penultima posizione, c’è di che essere preoccupati, ma anche qui Diamanti non si scompone: «La preoccupazione è qualcosa che rende sempre più concentrati. In questo momento noi paghiamo a caro prezzo dei dettagli che stanno facendo la differenza purtroppo a nostro sfavore. Ci prepariamo sempre al cento per cento, ma in partita non riusciamo a raccogliere i frutti. Questo è quello che ci manca, dobbiamo rendere la domenica un premio dopo la settimana di lavoro, invece attualmente non arriviamo con la mente sgombra».
Domenica 20 novembre, i rosa saranno di scena al Dall’Ara di Bologna, ex squadra del trequartista: «Quella col Bologna per me non sarà una gara come tutte le altre, ma a livello emotivo avrà qualcosa di speciale. Torno dopo tre anni al Dall’Ara e per me sarà una partita ricca di emozioni». Diamanti e compagni prepareranno la delicata sfida in ritiro a Coccaglio, in provincia di Brescia, per trovare la giusta concentrazione: «Andremo dove attualmente ci sono tre gradi (scherza, nda), quindi dobbiamo fare bene la valigia. Crediamo moltissimo nel mister. Un risultato positivo potrebbe rappresentare la svolta a livello psicologico». Una breve parentesi Diamanti la dedica anche alla posizione in campo: «Non ho problemi, tutti sanno che io sono una mezza punta, ma mi adeguo senza nessun tipo di problema a quello che vuole il mister. Se ce ne fosse bisogno, farei anche il portiere». In occasione della sfida contro i felsinei, il Palermo dovrà fare a meno di diversi infortunati: «Io non credo alla fortuna e alla sfortuna, sono situazioni che capitano e per i giocatori sono all’ordine del giorno. Sicuramente non fa piacere, ma anche Bologna e Juventus hanno diversi infortunati. In particolare mi dispiace per Rajkovic, ma tengo a ribadire che è un problema che non riguarda soltanto noi».
Il capitano rosanero passa poi a parlare di mister De Zerbi, spendendo parole di stima e di elogio nei suoi confronti: «Tutti crediamo nel lavoro del mister, è una grande persona. Ci ha conquistati con il lavoro, è una persona che lavora 24 ore su 24 e sta sempre sul pezzo. Per passione, entusiasmo e personalità, ne ho visti di allenatori così, ma non tantissimi. Con lui ho un ottimo rapporto perché è uno che dice quello che pensa senza giri di parole. Questa schiettezza, per me, è un segnale di intelligenza». Anche quando era a Bologna il numero 23 era calato in un ambiente e in una squadra che doveva lottare per la salvezza: «Bisogna lottare su ogni pallone come se fosse l’ultimo, poi non bisogna abbattersi mai in caso di risultato negativo, perché la domenica successiva possono sempre arrivare i tre punti e quindi riprendersi quello che non si è riusciti a conquistare prima». In chiusura, il capitano rosanero dedica una brevissima parentesi al presidente Maurizio Zamparini: «Penso che ci stimiamo reciprocamente, quando ci vediamo ci salutiamo, ma non ho parlato tantissimo con lui».