«Cosa vuoi per Natale?». «E’ una domanda difficilissima». Soprattutto se posta in mezzo alla strada, a sorpresa e davanti a una telecamera. E’ successo a Palermo, dove un gruppo di giovani creativi ha realizzato un video sull’impronta del celebre format Fifty people, one question. Uno spot commissionato dal Comune del capoluogo siciliano per pubblicizzare Palermo2013, il calendario delle iniziative culturali cittadine nel periodo natalizio. Guardando il video, però, che si tratta di pubblicità ci si accorge solo alla fine. «Perché nessuno degli intervistati conosceva in anticipo la domanda, le risposte sono tutte sincere – spiega il regista Gabriele Trapani della startup We cross the line – Noi rifiutiamo l’idea tradizionale di agenzia, che firma il lavoro ancora prima di farlo. Quando crediamo in un progetto, come questo, cerchiamo di riversarvi tutti i nostri valori». Quelli della spontaneità e della freschezza, alla base dell’idea di questo gruppo di una decina di persone, per lo più sotto i trent’anni, che lavorano a un ibrido tra una web tv e un’agenzia. Con sede a Palermo e Bruxelles.
Tre minuti di immagini che riassumono i desideri dei palermitani. Anche quelli adottivi come l’artista di strada-clochard di Budapest, trasferitosi nel capoluogo da trent’anni, che apre il video. Si va da chi vuole «una bella macchina, è sempre stato il mio sogno» a chi si augura un lavoro per il nipote, «una casa senza coinquilini», il matrimonio. Passando per chi si accontenta di «un caffè e un cornetto a letto» o di un arancino gigante. «Ma una cosa per me o per tutto l’universo? – chiede un intervistato Comunque di continuare a vivere. Anche maldestramente, ma continuare a vivere». Uno sguardo al futuro positivo, nonostante tutto, e un invito allo slancio, attraverso le parole di un bambino che chiude la clip: «Cosa vorresti ricevere per Natale?», «Una macchina. Voglio correre!».
«Abbiamo fatto una trentina di interviste in giro per tutti i quartieri di Palermo racconta Trapani In molti ci chiedevano se dovessero rispondere con un desiderio materiale o immateriale, per sé o per tutti». Niente pace nel mondo, ma qualcosa di più semplice come «che gli automobilisti palermitani si fermino davanti alle strisce pedonali». Tanti anche i cittadini che hanno risposto sicuri: «Eliminare la crisi». «Risposte poi tagliate perché poco concrete o prolisse. Nessuna censura», ci tiene a precisare il regista. Come l’analisi politico-economica di Rocky, il venditore di pane ca meusa che compare nel video con una smorfia: «Fuori onda ci ha spiegato che, per lui, la crisi è più mediatica che reale racconta Trapani La crisi è suo nipote che a cinque anni vuole l’iPhone mentre lui, da bambino, non aveva niente». Storie, racconti, sorrisi «raccolti più facilmente nei quartieri popolari che in quelli così detti borghesi. Forse andavano troppo di fretta per fermarsi a parlare con noi».
Il progetto è uno dei pochi realizzati dai creativi di We cross the line per la Sicilia. «La società è registrata a Palermo e sotto la giurisdizione italiana, ci teniamo molto spiega Ma le commissioni migliori, a livello sia creativo che economico, ci arrivano dall’estero». Dagli Stati Uniti come da Oslo. Lui stesso, 26 anni, palermitano, passa ormai da cinque anni molto più tempo a Bruxelles. Insieme a Gabriele Trapani, un gruppo di una decina di creativi, per lo più free lance e chiamati secondo il progetto da realizzare. «La nostra è un’architettura aperta. Lavoriamo a documentari non fiction e per alcuni clienti. Stiamo provando a puntare molto su Palermo, ci piacerebbe lavorare più spesso qui».
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