Palermo, contro la Turris doccia gelata nel finale Un gol di Pandolfi spezza la serie utile dei rosa

A distanza di una settimana il Palermo è punito dalla legge del contrappasso. Nella gara contro il Potenza hai segnato il gol vittoria nei minuti finali? Nel match successivo vieni trafitto proprio allo scadere. Una rete, quella realizzata al 93’ con un destro angolato dall’attaccante Pandolfi entrato dopo l’intervallo al posto di Longo, che ha permesso alla Turris di espugnare il Barbera nel recupero della sfida valida per la sesta giornata e che, contestualmente, ha interrotto la striscia di tre vittorie consecutive (e cinque risultati utili di fila) dei rosanero. Il riferimento alla legge del contrappasso crea un ponte tra due gare – tra le mura amiche contro Potenza e Turris – che effettivamente, al di là dell’epilogo diametralmente opposto, presentano dei punti di contatto. Ancora una volta il Palermo ha trovato di fronte una squadra scesa in campo con l’unico obiettivo di portare a casa un ‘punticino’ pensando solo a difendersi.

Il problema, complice comunque il livello superiore della formazione di Fabiano rispetto ad un Potenza che di fatto non aveva mai uscito la testa dal guscio, è che questa volta ai rosa è mancato il gol, la giocata risolutiva nell’ambito di una partita nella quale alla fine e in maniera anche clamorosa è stato l’avversario a conquistare l’intera posta in palio. Complimenti alla Turris (squadra che anche nel 1997 diede un dispiacere ai rosanero in zona Cesarini con il rigore parato al Velodromo in pieno recupero dal centrocampista palermitano Tarantino all’attaccante Scarafoni) per un successo che premia l’ottima organizzazione difensiva di una compagine solida e molto compatta – e del resto non è un caso se i corallini sono imbattuti fuori casa dal 4 maggio 2019 e si sono presentati al Barbera con uno score esterno di due vittorie e tre pareggi in questo campionato – ma obiettivamente il risultato non rispecchia l’andamento della gara. Nella quale, tuttavia, è anche giusto che il Palermo si assuma le proprie responsabilità recitando il mea culpa per essere rimasto con ‘un pugno di mosche’ in mano al termine di un match che era comunque alla portata.

Ai punti, come si direbbe nella boxe, i rosanero avrebbero meritato di vincere ma, a parte che il calcio non è il pugilato, se non l’hanno fatto un motivo (forse più di uno) ci sarà e deve essere riconducibile a demeriti propri. E’ vero che la squadra ha avuto una netta supremazia territoriale e tenuto costantemente il pallino del gioco in mano ma rispetto ad esempio al secondo tempo della sfida con il Potenza ha giocato ad un ritmo più basso e non ha avuto la lucidità che serve per leggere in maniera adeguata determinate situazioni, sia negli ultimi sedici metri dove è mancato l’ultimo passaggio sia in fase difensiva (e in questo caso sul banco degli imputati finisce inevitabilmente Martin, più fresco dei compagni perché entrato da poco e incapace di interrompere con un fallo tattico il contropiede degli ospiti) in occasione della ripartenza dalla quale, sugli sviluppi peraltro di un calcio d’angolo a favore, è nata nel recupero la rete di Pandolfi. E in questo contesto va sottolineato anche il fatto che, in un secondo tempo in cui i padroni di casa non si sono resi mai pericolosi, i cambi di Boscaglia, determinanti contro il Potenza, questa volta non hanno sortito gli effetti sperati. Silipo, che prima o poi meriterebbe una chance da titolare, ha provato a dare un po’ di verve al fronte offensivo superando l’uomo e creando situazioni di superiorità numerica ma Valente (reduce da un infortunio) e soprattutto Lucca, per fare altri esempi, non hanno inciso.

Negativo, in particolare, l’impatto del centravanti classe 2000 (perché fare uscire Saraniti che, a prescindere dal palo colpito di testa nel primo tempo, avrebbe potuto dare ancora qualcosa anche in termini di intensità?) che, come suggeriscono diversi errori commessi nello spezzone in cui è stato chiamato in causa, ha dimostrato di non essere ancora pronto per lasciare il segno in una compagine come quella rosanero che punta a traguardi di un certo livello. Al di là dei singoli, in ogni caso, è la squadra nel suo complesso che va giudicata e che deve riflettere sul modo in cui è maturato questo passo falso. Nel calcio la differenza la fanno i dettagli e contro la Turris il Palermo ha sbagliato proprio nei particolari, nella lettura di quelle circostanze (i rosa, ad esempio, avrebbero dovuto interpretare in maniera diversa la porzione finale del match e proiettarsi in avanti alla ricerca del gol con maggiore accortezza) che poi determinano l’esito di una partita.


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