Botta e risposta tra Palazzo delle Aquile e polizia che sul tema della sicurezza, evidentemente, la pensano in maniera opposta. Secondo una nota diffusa da Sala delle Lapidi, il capoluogo siciliano, dati Istat alla mano, nel 2013 sarebbe «uno tra i grandi centri con il tasso di delittuosità più basso del Paese» ma, per il sindacato la realtà è un'altra. E la polemica, più che i dati, investe «l'interpretazione politica che li valorizza»
Palermo «città sicura» ma terza per omicidi Tra Comune e Consap è guerra sui numeri
Botta e risposta tra Comune e sindacato di polizia che sul tema della sicurezza, evidentemente, la pensano in maniera opposta. Mentre per palazzo delle Aquile il capoluogo siciliano, dati Istat alla mano, nel 2013 sarebbe «uno tra le grandi città con il tasso di delittuosità più basso del Paese», per il sindacato le cose sarebbero diverse. Al centro dello scontro ci sarebbero proprio i numeri diffusi dal Comune o, per meglio dire, la loro interpretazione. «Davvero i numeri delle statistiche sono qualcosa di meraviglioso – ha detto Igor Gelarda, il segretario provinciale di Palermo del sindacato di polizia Consap – perché dicono tutto senza dire nulla, soprattutto perché è l’interpretazione politica che valorizza questi numeri. E mette l’accento dove vuole».
A scatenare le ire della polizia, la nota diffusa ieri da Sala delle Lapidi. La rilevazione riguarda la totalità dei delitti, di autore noto e ignoto, denunciati dalla forze di polizia all’autorità giudiziaria, giunte da privati cittadini o accertati autonomamente nel corso delle attività di contrasto alla criminalità. Secondo questo studio, quindi, Palermo sarebbe la città con il tasso di delittuosità totale più basso fra tutte le 12 grandi città italiane: 5.760 delitti ogni 100 mila abitanti. La città con il tasso di delittuosità più elevato è Milano, con un valore pari a 12.440 delitti, seguita da Bologna con 12.309 reati e Torino con 10.424 reati”. Per il Consap, tuttavia, i numeri da soli rischiano di essere travisati mostrando una immagine ben diversa da quella reale. A partire dalle differenze culturali tra i contesti geografici confrontati.
«Innanzitutto – ha proseguito Gelarda – come afferma lo stesso Comune, bisogna valutare anche la propensione che hanno i cittadini a denunciare i crimini. Notoriamente al Sud tale propensione non è stata mai molto spiccata, tanto è vero che in questa speciale classifica le città con maggiore delittuosità sono quelle del Nord, dove si tendono a denunciare alle autorità anche i piccoli reati. Ma se consideriamo i grandi reati come omicidi, rapine, furti di auto e moto, quelli che in qualche modo è necessario denunciare ecco che le cose cambiano».Per la verità, il Comune nella nota sottolineato tali differenze ma evidentemente, per il sindacato non in maniera adeguata. A suscitare le polemiche, il peso dato agli omicidi volontari consumati. Il Comune, infatti, nel confronto con gli altri grandi comuni, ha rilevato che la nostra città si colloca al terzo posto, dietro a Napoli, (3 delitti ogni 100 mila abitanti), e Bari (2,5) ma senza porre l’accento su questo aspetto. Un dato, però, che smentirebbe l’immagine di Palermo come città sicura.
«Palermo – ha proseguito Gelarda – è la terza città d’Italia dove è più facile morire ammazzato per omicidio volontario. Inoltre tra le grandi città siamo la seconda per rapine agli uffici postali e negli esercizi commerciali, solo Catania peggio di noi». Secondo il Consap, Palermo sarebbe seconda per le rapine in abitazione, quinta per quelle in banca è la terza città dove più facilmente avvengono furti d’auto e la quarta per furti di motocicli. Addirittura la prima in Italia per contrabbando, con un tasso tre volte più alto di Napoli. «Con questi dati ditemi cosa bisogna festeggiare? Siamo sicuri che con il 2014 ed il 2015 la situazione non può che essere peggiore. Crediamo che il problema sicurezza in città sia forte e abbia bisogno di un maggiore sforzo per essere tenuto sotto controllo. Riconosciamo all’attuale questore di Palermo un grande impegno ma i mezzi e gli uomini a sua disposizione sono assolutamente insufficienti per potere veramente controllare un territorio vasto e complesso come Palermo».