Palermo Calcio, Mirri lancia un appello «Ora sono solo ma tutti possono aiutarci» 

Nel romanzo a puntate ambientato in questi giorni a Palermo e incentrato sul pagamento degli stipendi alla fine è spuntato il deus ex machina. Il volto è quello di Dario Mirri, imprenditore palermitano che versando 2,8 milioni di euro in cambio della gestione per i prossimi quattro anni della pubblicità al Barbera ha permesso al club di allontanare lo spettro della penalizzazione. «Domenica sera ero in pigiama e mi sono rivestito subito per andare a firmare – ha sottolineato Mirri nel corso dell’incontro odierno con i giornalisti avvenuto al Mercato San Lorenzo – stavo per scrivere il terzo comunicato in cui avrei spiegato le difficoltà legate al raggiungimento di un accordo e invece la situazione si è sbloccata. Foschi, pressato dalla scadenza del pagamento degli stipendi, ha deciso di accettare molto probabilmente perché ha ricevuto da parte nostra delle garanzie che non aveva avuto da altri».

Mirri entra nel merito dei termini dell’accordo: «Mi ha fatto male leggere in questi giorni numeri errati che hanno indotto diverse persone a pensare che noi volevamo approfittare del momento di difficoltà. Quando parliamo di numeri, questi dovrebbero essere resi pubblici nel senso che la città dovrebbe essere a conoscenza della reale situazione e posizione della società. In base agli allegati forniti dal club, vi dico che il Palermo incassa 236 mila per quanto concerne la pubblicità e che in virtù del nostro accordo, che reputo un vantaggio per la società, ne incasserà 700 mila annui (con incrementi scaglionati in base ai ricavi della vendita pubblicitaria, ndr) per i prossimi quattro anni. E non va dimenticato che il nostro è un investimento al buio, una scommessa che non sappiamo se riusciremo a vincere considerato che tra circa un mese dovremo trovare i soldi per pagare gli altri stipendi e garantire la sopravvivenza della società. Questa – ha aggiunto – è una iniziativa nella quale ovviamente ho fatto delle valutazioni di azienda ma, da grandissimo tifoso del Palermo ed appassionato, ci ho messo tanto cuore e tanta passione. Valori che appartengono ad un altro calcio, ad un calcio romantico di cui faceva parte mio zio Renzo Barbera».

Mirri, che parlando di imprenditoria ha ricordato la figura di Libero Grassi e che a proposito di attaccamento ai colori ha più volte ringraziato il difensore Bellusci per lo sfogo costruttivo esternato lo scorso 4 febbraio al termine della gara interna con il Foggia, ha chiarito il suo coinvolgimento nell’operazione Palermo: «Io non sarò il presidente perché non ne ho le capacità, i mezzi e le possibilità. Da tifoso, sto supportando il club con questo investimento legato alla pubblicità. Credo nelle favole e sogno un principe azzurro, in questo caso rosanero, che possa salvare il Palermo. Sono molto fiducioso – ha ammesso – e sono convinto che, soprattutto nel 2019, il Palermo non deve e non può fallire. Il ruolo che avrà Sagramola? E’ un mio grande amico e ha a cuore le sorti del Palermo, società che ha amministrato bene per diversi anni. Anche lui lavorerà sui conti e sui dati che nelle prossime ore riceveremo dal club. E Preziosi? Ho parlato con lui diverse volte in questi giorni, è uno dei tanti cavalieri rosanero che ha già manifestato un certo interesse e la volontà di aiutare la società».

Un sodalizio che, secondo i piani di Mirri titolare fino al 15 marzo di un’esclusiva per trattare la cessione del Palermo, può avere un filo diretto con la gente: «Sarebbe bello sviluppare forme di azionariato popolare e stiamo definendo una campagna di comunicazione che possa coinvolgere tutti. Tutti possono dare il loro contributo e a questo proposito c’è un conto corrente canalizzato dalla Lega Calcio che è a disposizione per chi volesse dare una mano (in questo contesto va segnalato il gesto di un tifoso che al termine della conferenza si è avvicinato a Mirri dicendo di essere disposto a offrire mille euro da versare sul conto stipendi, ndr). Ho visto, inoltre, che ventinove aziende legate a Sicindustria hanno acquistato uno stock di biglietti in occasione della gara con il Brescia. Se mettono 100 mila euro l’uno su quel conto saremmo a cavallo per quanto riguarda il prossimo pagamento degli stipendi del 16 marzo. E così ci sarà più tempo per l’eventuale compratore che vorrà approfondire la situazione per acquistare il Palermo. In questo momento sono solo e anche per questo mi sento di lanciare un appello ad altri imprenditori locali. I tifosi, nel frattempo, devono dare una mano seguendo sempre la squadra e andando in massa allo stadio».


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