La prima scelta del nuovo presidente resta sempre l'idea di Zamparini, una struttura da 120mila metri quadri nella periferia della cittadina alle porte del capoluogo regionale. I problemi però rimangono e il sindaco della cittadina, Giovì Monteleone, paventa anche l'avvicinarsi della scadenza dei termini burocratici
Palermo, ancora ombre sul centro sportivo a Carini È nei piani di Baccaglini, ma «nessuno si fa sentire»
È uno dei punti al centro del progetto di Baccaglini. Il nuovo centro sportivo del Palermo, quello di cui si parla da diversi anni e che era diventato un chiodo fisso anche della gestione Zamparini, con il patron friulano sarebbe dovuto sorgere in quel di Carini, per la precisione in contrada Zucco. Con l’ormai ex presidente, però, ci si è fermati ai soli progetti che non sono mai stati realizzati. E così il nuovo proprietario ha rilanciato l’idea visionando i progetti per i quali ha speso soltanto belle parole. Carini resta la prima scelta (così come il Velodromo per lo stadio, ndr), ma non è escluso che si possa anche virare altrove, con alcune alternative che sono già al vaglio della nuova società. Baccaglini aveva già detto chiaramente di avere trovato grande disponibilità in Orlando e nel Comune di Palermo (per quanto riguarda la questione stadio), ma ha anche aggiunto che per quel che riguarda Carini deve ancora parlare con gli amministratori locali.
Per quel che riguarda il progetto, si era cominciato a parlarne nel maggio del 2015 e avrebbe dovuto essere realizzato in un anno e mezzo. Il centro sportivo avrebbe coperto una superficie di oltre 120mila metri quadrati, con sei campi di calcio, fra cui uno in erba sintetica, e un campo di misure diverse che sarebbe servito per la preparazione dei portieri. Oltre ai campi erano previsti anche edifici per un totale di oltre seimila metri quadrati: all’interno uffici, sala stampa, sala interviste, sala riunioni, un ristorante e una foresteria con venticinque stanze. Infine, l’immancabile store ufficiale del club (già tre i negozi presenti in città) e un parcheggio di oltre settemila metri quadrati. Tutto questo era presente nel progetto originario. Adesso cosa cambierà con Baccaglini?
«Se la società non paga entro un anno dall’approvazione, il progetto decade e quindi bisognerebbe ripartire da zero. E comunque non ho sentito né Zamparini né Baccaglini». Le parole del sindaco di Carini Giovì Monteleone non lasciano spazio all’interpretazione. Dopo la polemica con il presidente friulano, che contestava oneri troppo alti, il primo cittadino mette le mani avanti e dice di non potere fare sconti. «Si parla di circa sei milioni di euro. Ma questi oneri vengono stabiliti da una determina del Consiglio comunale che effettua una valutazione in base al valore del terreno, quindi io personalmente non posso intervenire sul prezzo come invece dice Zamparini».
Intanto, oneri o non oneri, tutto rischia di andare in fumo a breve e la vicenda si potrebbe concludere con un neanche troppo clamoroso nulla di fatto. «Stiamo parlando del nulla, di ipotesi – continua Monteleone -. Quando ci saranno ufficialità potrò essere più chiaro». Ipotesi che però si discutono da tempo. «Fra istruttorie e conferenze di servizio si è perso più di un anno per cercare di far quadrare i documenti burocratici in tempo, infatti la pratica è stata approvata di sabato» afferma lo stesso primo cittadino, che comunque avanza anche delle controproposte. «Personalmente – conclude – questo centro sportivo lo vorrei più vicino al centro città (di Carini ndr) in modo che possa essere più coinvolta nel progetto, ma soprattutto per non andare ad intaccare una zona verde, quale è lo Zucco, e quindi evitare l’impatto ambientale».