Palco off, uno spaccato di Catania a Milano «La Sicilia sul palco: tra valori e difficoltà»

Palco Off è in espansione. Nato sei anni fa in un jazz club, adesso ha un palco tutto per sé, ma non gli basta. In questi anni la sua piccola cerchia di spettatori si è infoltita sempre più, ormai troppo per le cinquanta poltrone rosse del Teatro del Canovaccio, un loculetto con palcoscenico al numero 12 di via GulliPalco Off è per l’appunto un gruppo di teatro off, ovvero: non contribuito. Ma è lo zoccolo duro del pubblico più affezionato a farlo sopravvivere. Zoccolo duro che cresce. «È una curva lenta, lieve, ma assolutamente costante»: così ne parla la direttrice artistica della compagnia, Francesca Vitale.

Francesca Vitale ha lo sguardo e la voce graffianti, puntati sulla realtà. Ha raccontato l’Alzheimer di suo padre, con uno spettacolo – Parole mute – che le è valso il premio Enriquez 2009. E parla del suo teatro, della sua scelta di affrontare i drammi sociali, la crisi della classe media, dei piccoli risparmiatori (Gente come uno, spettacolo sulla crisi argentina del 2001), l’immigrazione e il lavoro dal punto di vista di due prostitute (Nella durata di un inverno). Francesca Vitale è fiera delle sue scelte: portare al pubblico catanese tematiche di risonanza internazionale, che affrontano problematiche sociali con un occhio critico nuovo e fresco.

«Tre anni fa, a Milano, mi è stato proposto di fare Palco Off – racconta Vitale – Ma ho detto: io scelgo a Milano spettacoli off che porto a Catania, dunque non penso che sia una grande novità portare spettacoli off a Milano. E allora mi è venuta un’idea: creare un Palco Off che presenta attori, autori e storie di Sicilia». Spettacoli al siciliano, per parlare di Sicilia «come difficoltà del vivere e come valore». Tra Milano e Catania, Palco Off è in espansione. Un teatro glocal, che più glocal non si può: il mondo a Catania, Catania nel mondo. Il mondo dal buco della serratura: dal loculetto con palcoscenico di via Gulli, numero 12.


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