Minacce di morte e violenze fisiche ai danni di un nucleo familiare che da anni risiede regolarmente nella cittadina della zona sud del Siracusano. Oltre a 1000 euro in contanti, hanno rubato anche i documenti delle vittime per indurli ad abbandonare la casa e permetterne l'occupazione a uno dei due ladri
Pachino, rubano passaporto a cittadino straniero In due arrestati per rapina e tentativo estorsione
Una violenta rapina ai danni di una famiglia di cittadini stranieri, regolarmente residenti a Pachino da anni, per indurli a lasciare la casa dove abitavano. Il 43enne Claudio Sipione e il 23enne Maicol Zisa, entrambi già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, sono entrambi accusati di rapina e tentata estorsione in concorso.
La vittima, già nel mese di settembre, aveva denunciato i fatti. Dopo l’attività di indagine coordinata dalla procura di Siracusa, Io scorso 21 novembre, i carabinieri di Pachino hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal Gip del tribunale aretuseo, nei confronti di Sipione e Zisa. Durante la rapina, i due si sarebbero impossessati dei passaporti dell’uomo e dei suoi due nipoti e della somma di 1000 euro in contanti fra minacce di morte e violenze fisiche. L’intento era quello di indurre l’uomo ad abbandonare la casa dove abitano, e in cui pagano regolarmente un affitto, per permettere l’occupazione a Claudio Sipione.
Secondo gli investigatori, il furto dei passaporti messo in atto dai due ladri, che si conoscono da tempo e che hanno già agito insieme in passato per commettere altri reati sempre dello stesso genere, era funzionale a forzare la volontà della vittima nel concedere la propria abitazione. Non è ancora chiaro il motivo per cui la scelta sia ricaduta proprio su questo nucleo familiare con il quale mai i due avevano mai avuto precedenti rapporti, ma sembrano potersi escludere le ragioni razziali. Sipione è stato posto in regime degli arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre Zisa, già ristretto agli arresti domiciliari anche all’epoca dei fatti, è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese.
Successivamente il gip ha modificato la misura nei confronti di Sipione, accogliendo la richiesta dei suoi difensori e ordinando la scarcerazione con divieto di dimora a Portopalo di Capo Passero.