Il marito ha sporto denuncia, in seguito alla quale la procura ha iscritto nel registro degli indagati quattro dipendenti della struttura sanitaria. Si attende l'esito dell'autopsia. «L'hanno mandata a casa dandole solo dei farmaci», si ricostruisce in una nota
Ospedale Ragusa, 4 indagati per decesso 35enne La paziente dimessa dopo diagnosi di epatopatia
Sono quattro i medici dell’ospedale civile di Ragusa indagati per la morte della 35enne di origine polacca, deceduta giovedì scorso, dopo essere stata dimessa con una diagnosi di epatopatia cronica con cirrosi in fase ascitica. Si tratta di G.S., 65 anni, e D.R., 53 anni, medici della Struttura complessa di medicina e chirurgia di accettazione ed urgenza, di F.G., 63 anni, medico della struttura complessa di malattie infettive, e di E.A.C., 50 anni, neurologo. Il fascicolo aperto dalla procura iblea è ritenuto un atto dovuto, anche per consentire ai medici di nominare propri consulenti in vista dell’autopsia che stabilirà le reali cause della morte di Ilona Maciazek.
A ricostruire la vicenda sono i consulenti dello Studio 3A, chiamati dal marito della donna a occuparsi del caso. «Il convivente della vittima ha deciso di presentare una querela presso la stazione dei carabinieri per fare chiarezza sui fatti e ottenere verità e giustizia – si legge in una nota -. L’uomo ha riferito ai militari come la compagna mercoledì avesse accusato un improvviso e forte dolore al basso addome, al punto da doversi recare all’alba al pronto soccorso dell’ospedale civile di Ragusa. Qui i sanitari le hanno diagnosticato epatopatia cronica con cirrosi in fase ascitica e nello stesso pomeriggio, dopo una consulenza specialistica infettivologica e neurologica, l’hanno dimessa prescrivendole una terapia farmacologica, con un antiepilettico, un farmaco per il fegato e altre medicine».
La 35enne, che ha lasciato due figli piccoli, avrebbe seguito le prescrizioni dei medici ma i medicinali non sarebbero serviti. «L’11 ottobre – prosegue la nota – ha accusato un ulteriore malore al basso addome e al fianco, si è accasciata priva di sensi e non respirava più. Inutili le disperate manovre per farla rinvenire e il massaggio cardiaco praticatole dal compagno, guidato a distanza dall’operatore del 118: all’arrivo dell’ambulanza i medici – concludono i consulenti – non hanno potuto che constatarne il decesso».