A quasi tre mesi dalla vittoria di leoluca orlando alle elezioni comunali di palermo e mentre è partito il conto alla rovescia per le elezioni regionali, una guerra senza esclusione di colpi a tratti barbara e crudele, si sta consumando nell'isola.
Orlando, Bellolampo e le elezioni siciliane
A quasi tre mesi dalla vittoria di Leoluca Orlando alle elezioni comunali di Palermo e mentre è partito il conto alla rovescia per le elezioni regionali, una guerra senza esclusione di colpi a tratti barbara e crudele, si sta consumando nell’Isola.
Nel perfetto trasformismo siciliano gli ultimi cinque anni hanno visto maggioranze diventare minoranze e fortunate opposizioni, prima timide e poi arroganti, consociarsi alle nuove maggioranze.
Con i partiti ridotti a scatole vuote, e le sigle tenute sotto scacco dagli eletti che ne dispongono a loro piacere, la lotta politica si è involuta a scontri tra baronie contrapposte nella perfetta continuità che accompagna la Sicilia da centinaia di anni.
Per fare in modo che il risultato palermitano del maggio scorso non scombussolasse e contaminasse il gioco ad incastro delle imminenti elezioni regionali siciliane occorreva prima rendere meno fulgida e poi sporcare la lucente armatura di liberatore che il Sindaco di Palermo ha indossato a maggio.
Se Orlando ha vinto sulle macerie lasciate dal suo predecessore, qualcuno ha pensato che quelle macerie, invece di costituire la sua opportunità di rottura, potevano divenire la palude che lo imprigionasse o il buco nero che lo inghiottisse.
Allora ecco che con accordi sotterranei si nega al Comune, uno dei principali azionisti della società di gestione dei servizi aeroportuali – la Gesap – di nominare i suoi rappresentanti nel consiglio di amministrazione.
Immaginate poi la società che detiene uno dei servizi vitali per una città, la pulizia – l’Amia – sottratta alla possibilità di nominare una nuova guida e in mano a commissari – amministratori inadeguati.
Pensate poi alle ragioni che possono stare dietro il criminale disegno di accendere la discarica di Bellolampo, scientificamente, in più punti, con inneschi profondi, per farla divampare come un immenso, orrendo falò che sparge la sua cenere su tutta la città.
Ecco, allora, che vedremo affiorare, inquietanti, i segnali di un’offensiva che non conoscerà tregua fino alla conclusione delle elezioni regionali siciliane.
Il lento recupero della normalità per una città affamata dalla voglia di essere come le altre mille belle città del mondo sarà ritardato. La speranza, quella forza grande e potente che spezza le catene più solide, affievolita e compromessa.
Il binomio Amia-Bellolampo è una trappola letale. Far apparire la città eternamente uguale, impossibile da cambiare, e il nuovo Sindaco solo unopportunità mancata comprometterebbe quel progetto di liberazione che soffia forte e deciso da Palermo.
L’irrompere di una candidatura alla presidenza della Regione siciliana che scompagini i giochi e comprometta assetti consolidati, scardinando patti segreti e inedite alleanze non deve essere possibile. Questa volta limprevisto non dovrà verificarsi. E sono pronti a tutto.