«Se ci fossimo baciate in modo spinto, sarei stata d'accordo, ma non è stato questo il caso». Le due ragazze allontanate dalla struttura balneare della Playa raccontano lo spiacevole episodio che le ha viste protagoniste la scorsa domenica. «Quando ci hanno cacciate accanto a noi c'era una coppia etero abbracciata che fino a poco prima si baciava. A loro non hanno detto niente», raccontano a CTzen
Omofobia al lido Azzurro, la testimonianza «Cacciate per un bacio e un abbraccio»
«Quando ci hanno cacciate accanto a noi c’era una coppia etero abbracciata che fino a poco prima si baciava. A loro non hanno detto niente». Cinque giorni dopo la disavventura di Alessandra e Roberta (i nomi sono di fantasia) non diminuisce la rabbia per essere state cacciate via dal lido Azzurro, storico stabilimento balneare della Playa. La loro colpa? Prendere il sole, una accanto all’altra. Un caso di omofobia rimbalzato velocemente tra social e testate nazionali che lascia l’amaro in bocca per quella frase, «Andate a fare le vostre cose da unaltra parte!», urlata da un dipendente della struttura dopo una segnalazione fatta da alcuni bagnanti. Infastiditi, chissà, da un abbraccio tra due donne in una sonnolenta domenica al mare.
«Siamo andate al lido, non avevamo preso né cabina né sdraio – racconta a CTzen Alessandra – Dopo un po’ tre signore hanno iniziato a parlare a voce alta per far capire che eravamo un problema per loro». Ma, garantiscono entrambe, a parte un bacio e un abbraccio «come tra amiche» non c’è nulla che possa scatenare i commenti scandalizzati, né la proposta di filmare le due giovani. «Ho detto alla mia compagna di lasciare stare», prosegue Alessandra. Dal loro arrivo passa oltre un’ora quando un responsabile della sicurezza si avvicina alle due e inizia a guardarle insistentemente. Poi, a voce molto alta, esclama: «Signorine comportiamoci bene!». Mentre i bagnanti attorno vengono attirati dal rimprovero, l’uomo aggiunge: «Andate da unaltra parte per le vostre cose». Alessandra e Roberta rimangono perplesse. «Ma cosa sta dicendo?», si chiedono. Poi gli sguardi addosso non si spostano e il dipendente precisa che la zona nella quale si trovano è riservata ai cabinanti. «Non avevamo visto che c’era un cartello. Anzi – precisa lasciandosi sfuggire una risata – un foglietto». Quella dello spazio riservato sostengono sia una scusa, «non aveva altra cosa da rimproverarci».
Le due ragazze, amareggiate, decidono di andare via dalla struttura. «In quel momento ero più arrabbiata per come hanno fatto stare la mia compagna che per l’accaduto in sé», confessa Alessandra. «Mi sono fermata all’ingresso per far presente che eravamo state cacciate – prosegue la ragazza – e che piuttosto che mandare via qualcuno, sarebbe stato meglio controllare se un comportamento fosse stato realmente scorretto». Ma, così come dagli altri frequentatori che assistono alla scena, nemmeno dalla responsabile alla cassa viene una reazione. «Ci ha guardate con gli occhi sbarrati e ha risposto solo “Va bene”».
Dopo il clamore immediato suscitato dalla nota comparsa sul profilo Facebook Lgbt News Italia e ripresa da CTzen sono giunte le prime precisazioni del lido Azzurro. «Siamo certi che il nostro personale è intervenuto, su segnalazione di altri clienti dello stabilimento, per far rispettare esattamente gli stessi criteri di comportamento pubblico che pretendiamo da qualsiasi coppia eterosessuale». «Se ci fossimo baciate in modo spinto, sarei stata d’accordo, ma non è stato questo il caso», specifica Roberta.
La vicenda, fin da subito, è monitorata da Arcigay Catania. «Dal racconto sembra un clima da caccia alle streghe», afferma il presidente Alessandro Motta. Che però invita alla calma. «Ho sentito i proprietari e le ragazze e abbiamo fatto delle richieste». Su tutte le scuse formali ad Alessandra e Roberta, oltre al richiamo del dipendente che le ha cacciate. Così come sostenuto dai responsabili del lido «è vero che da tre anni partecipa al torneo di volley la squadra sponsorizzata da Arcigay, ma non è sufficiente», su questo Motta è categorico. Per questo verrà chiesto «che pubblicamente il lido dica che è un luogo gay friendly, così da essere chiari per tutti gli utenti».
Se arrivassero le scuse della direzione, Alessandra e Roberta tornerebbero nello stabilimento? «Io non ci tornerei – affermano a una sola voce – Dopo la mancanza di rispetto non vogliamo andarci; come è capitato a noi, potrebbe essere successo a qualcun altro». Probabilmente non alla coppia etero sdraiata a pochi metri di distanza da loro.
[Foto di Drriss & Marrionn]